Pagina:Gli sposi promessi II.djvu/99: differenze tra le versioni

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mattoni e rottami, ve li gettò sopra per ricoprirlo, proponendosi di <ref>tornare</ref> trasportare poco a poco <ref>tutto</ref> su quel sito tutto il mucchio, un monte se avesse potuto. Le due donne, rimaste sole, <ref>guarda</ref> esaminarono in silenzio, se tutto era nello stato di prima; e poi... che avevano a dirsi? L’omicida, ruppe il silenzio, dicendo: «andiamo a cercare la Signora;» l’altra <ref>la seguì</ref> le tenne dietro senza rispondere.
mattoni e rottami, ve li gettò sopra per ricoprirlo, proponendosi di <ref>tornare</ref> trasportare poco a poco <ref>tutto</ref> su quel sito tutto il mucchio, un monte se avesse potuto. Le due donne, rimaste sole, <ref>guarda</ref> esaminarono in silenzio, se tutto era nello stato di prima; e poi... che avevano a dirsi? L’omicida, ruppe il silenzio, dicendo: «andiamo a cercare la Signora;» l’altra <ref>la seguì</ref> le tenne dietro senza rispondere.


Bussarono sommessamente alla porta di Geltrude, la quale vi stava in agguato, e disse macchinalmente: «chi è?» «Chi potrebb’essere?» rispose l’omicida: «siam noi: apri e vieni, e vedrai che le cose sono tutte come jeri.» Geltrude aprì, e venne con loro nella più orrenda stanza <ref>del</ref> di quell'orrendo quartiere: <ref>girò</ref> volse in giro entrando un’occhiata sospettosa, e disse : «che faremo qui?» «Quel che faremmo altrove» rispose l’omicida. «Perché non andiamo nella mia stanza?» replicò Geltrude. «È vero,» disse quella che non aveva mai parlato; </ref> di quell’orrendo quartiere: <ref>e dispose le sedie, come se vi fosse un motivo di</ref> «é vero: andiamo nella stanza della Signora.» <ref>come se la Signora [proponesse] avesse proposto un partito. Geltrude si avviò e le altre due le tennero dietro.</ref> Ognuna delle tre sciagurate sentiva nella sua agitazione come il bisogno di far qualche cosa, di appigliarsi ad un partito che avesse qualche cosa di opportuno; e nessuna sapeva pensare quello che fosse da farsi: quando una faceva una proposta, le altre vi si arrendevano, come ad una risoluzione. Geltrude si avviò, le altre le tennero dietro, e tutte e tre sedettero nella stanza di Geltrude.
Bussarono sommessamente alla porta di Geltrude, la quale vi stava in agguato, e disse macchinalmente: «chi è?» «Chi potrebb’essere?» rispose l’omicida: «siam noi: apri e vieni, e vedrai che le cose sono tutte come jeri.» Geltrude aprì, e venne con loro nella più orrenda stanza <ref>del</ref> di quell'orrendo quartiere: <ref>girò</ref> volse in giro entrando un’occhiata sospettosa, e disse : «che faremo qui?» «Quel che faremmo altrove» rispose l’omicida. «Perché non andiamo nella mia stanza?» replicò Geltrude. «È vero,» disse quella che non aveva mai parlato; <ref>e dispose le sedie, come se vi fosse un motivo di</ref> «é vero: andiamo nella stanza della Signora.» <ref>come se la Signora [proponesse] avesse proposto un partito. Geltrude si avviò e le altre due le tennero dietro.</ref> Ognuna delle tre sciagurate sentiva nella sua agitazione come il bisogno di far qualche cosa, di appigliarsi ad un partito che avesse qualche cosa di opportuno; e nessuna sapeva pensare quello che fosse da farsi: quando una faceva una proposta, le altre vi si arrendevano, come ad una risoluzione. Geltrude si avviò, le altre le tennero dietro, e tutte e tre sedettero nella stanza di Geltrude.


«Accendete un altro lume,» disse questa.
«Accendete un altro lume,» disse questa.