Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/66: differenze tra le versioni
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Buono per te che a gente da nulla comandi, sovrano |
Buono per te che a gente da nulla comandi, sovrano |
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divoratore del popolo tuo! Se no, questo sarebbe |
divoratore del popolo tuo! Se no, questo sarebbe |
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l’ultimo oltraggio tuo. Ma ora, ti dico e ti giuro |
l’ultimo oltraggio tuo. Ma ora, ti dico e ti giuro |
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solennemente, per questo mio scettro, che foglie né rami |
solennemente, per questo mio scettro, che foglie né rami |
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non gitterà piú mai, poi che il tronco sui monti ha lasciato, |
{{R|235}}non gitterà piú mai, poi che il tronco sui monti ha lasciato, |
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né piú rinverdirà, ché foglia e corteccia recise |
né piú rinverdirà, ché foglia e corteccia recise |
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furono intorno intorno dal bronzo; ed i giudici Achivi |
furono intorno intorno dal bronzo; ed i giudici Achivi |
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lo stringono ora in pugno, che sono custodi alle leggi |
lo stringono ora in pugno, che sono custodi alle leggi |
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per volontà di Giove: sia dunque tal giuro solenne: |
per volontà di Giove: sia dunque tal giuro solenne: |
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avranno forse un giorno desire d’Achille gli Achivi |
{{R|240}}avranno forse un giorno desire d’Achille gli Achivi |
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tutti; ché tu non potrai, per quanto ti dolga, aiutarli, |
tutti; ché tu non potrai, per quanto ti dolga, aiutarli, |
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allor che tanti e tanti morenti cadran sotto i |
allor che tanti e tanti morenti cadran sotto i colpí |
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d’Ettore sterminatore: tu allor dovrai roderti il cuore |
d’Ettore sterminatore: tu allor dovrai roderti il cuore |
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nel cruccio tuo, che il piú forte negasti onorar degli Achivi». |
nel cruccio tuo, che il piú forte negasti onorar degli Achivi». |
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Il figlio di Pelèo cosí disse, ed a terra lo scettro |
{{R|245}}Il figlio di Pelèo cosí disse, ed a terra lo scettro |
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di borchie d’oro ornato batté; poi sedette egli stesso. |
di borchie d’oro ornato batté; poi sedette egli stesso. |
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Ma furïava il figlio d’Atrèo, dal suo canto. Ed allora |
Ma furïava il figlio d’Atrèo, dal suo canto. Ed allora |
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Nèstore surse, il re dei Pilî, l’arguto oratore, |
Nèstore surse, il re dei Pilî, l’arguto oratore, |
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dalla cui bocca l’eloquio fluiva piú dolce del miele. |
dalla cui bocca l’eloquio fluiva piú dolce del miele. |
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D’uomini due progenie vedute egli aveva già spente, |
{{R|250}}D’uomini due progenie vedute egli aveva già spente, |
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ch’erano ai tempi suoi venute alla luce e cresciute |
ch’erano ai tempi suoi venute alla luce e cresciute |
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nell’arenosa Pilo: sovrano era adesso alla terza. |
nell’arenosa Pilo: sovrano era adesso alla terza. |
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Questi, pensando il bene d’entrambi, cosí prese a dire: |
Questi, pensando il bene d’entrambi, cosí prese a dire: |
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«Ahi! che gran doglia sopra la terra d’Acaia s’aggrava! |
«Ahi! che gran doglia sopra la terra d’Acaia s’aggrava! |
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Priamo adesso dovrà godere, e di Priamo i figli, |
{{R|255}}Priamo adesso dovrà godere, e di Priamo i figli, |
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dovranno tutti gli altri Troiani allegrarsi di cuore, |
dovranno tutti gli altri Troiani allegrarsi di cuore, |
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quando sapranno di voi, che state cosí contendendo, |
quando sapranno di voi, che state cosí contendendo, |