Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/76: differenze tra le versioni
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<section begin="37" />ed ora verso un altro, secondochè componeva la sua geografia, lavoro lungo e assai vario, riserbandosi forse di ridurla ad un punto cronologico fisso quando era per pubblicarla. Il perchè egli favella della morte di {{Wl|Q2998641|Cotis sapeo}}, genero di Pitodori, il quale era stato ucciso a tradimento da {{Wl|Q3111688|Rescupori}}, e del maggiore figliuolo di Cotis ch’era già signore (''lib. {{Sc|xii}}, pag''. 556); e così tocca l’anno di Roma 773 (''{{AutoreCitato|Publio Cornelio Tacito|Tacito}}, Ann. l. {{Sc|ii}}'', 43). Corsi erano 33 anni dacchè {{Wl|Q1407|Tiberio}} e {{Wl|Q313737|Druso}} represse avevano le scorrerie dei Carnie Norici, quando Strabone scriveva il IV libro (''pag''. 206). L’impresa contra quelle genti inalpine avvenne l’anno 740 (''{{AutoreCitato|Cassio Dione Cocceiano|Dione Cassio}}, lib. {{Sc|iv}}, pag''. 531), e se ne aggiungi 33 ne risulta l’anno 773. — Nel lib. VI, p. 288 dic’egli, la Mauritania e molte altre parti di Libia si conservano sotto il re {{Wl|Q315670|Iuba}}. Ma nella fine del XVII libro (''pag''. 828-829) egli favella di Iuba come di già morto, e poco dopo (''pag''. 831) soggiunge che {{Wl|Q526000|Ptolemeo}} natogli da {{Wl|Q40058|Selene}} figliuola di {{Wl|Q51673|Antonio}} e di {{Wl|Q635|Cleopatra}}, era successo a Iuba all’impero. Ora in Tacito (''Ann. {{Sc|iv}}'', 8) leggiamo che Iuba viveva nel consolato di {{Wl|Q1234657|C. Asinio}} e {{Wl|Q716708|C. Antistio}}; e nel susseguente anno 778, prima di Cristo 24 (''An. {{Sc|iv}}'', 27, 29), Ptolemeo giovane era succeduto al padre, e per gli aiuti dati a’ Romani contra {{Wl|Q736456|Tacfarinate}}, era stato onorato e chiamato re e compagno ed amico loro.<br/> |
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E questo è il termine delle epoche di Strabone; fissato il quale torna inutile a conferma di quanto si è esposto, quella prova che recata fu innanzi onde mostrare che il Geografo scrisse prima dell’anno 779. Perciocchè parla egli dei Ciziceni come di ancor godenti la libertà (''pag''. 576, ''lib. {{Sc| |
E questo è il termine delle epoche di Strabone; fissato il quale torna inutile a conferma di quanto si è esposto, quella prova che recata fu innanzi onde mostrare che il Geografo scrisse prima dell’anno 779. Perciocchè parla egli dei Ciziceni come di ancor godenti la libertà (''pag''. 576, ''lib. {{Sc|xii}}'') che meritata avevano nella guerra mitridatica, ma questa libertà fu tolta loro dai Romani nel consolato di {{Wl|Q1236482|M. Asinio Agrippa}} e {{Wl|Q1136276|Cosso Cornelio}}, cioè l’anno 779 (''Tacito, Ann. {{Sc|iv}}'', 41)<br/> |
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Adunque se noi tenghiamo |
Adunque se noi tenghiamo l’ipotesi del {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} come probabile, che Strabone fosse nato l’anno 689, egli di novant’anni scriveva ancora la geografia. Io voglio credere ch’ei fosse di florida e robusta vecchiezza, e che non levasse la mano sino all’estremo respiro dalla maggiore opera sua. Nondimeno aspettando migliori<section end="37" /> |