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{{ZbPensiero|4523/5}} Il vescovo Ulfila, se non fu il primo introduttore dell’alfabeto presso la sua nazione (i Goti), gli diede almeno quella forma che noi conosciamo. {{AutoreCitato|Carlo Ottavio Castiglione|Castiglioni}}, ap. la ''Biblioteca Italiana'', maggio 1829, t. LIV, p. 201.
{{ZbPensiero|4523/5}} Il vescovo Ulfila, se non fu il primo introduttore dell’alfabeto presso la sua nazione (i goti), gli diede almeno quella forma che noi conosciamo. {{AutoreCitato|Carlo Ottavio Castiglione|Castiglioni}}, ap. la ''Biblioteca Italiana'', maggio 1829, t. LIV, p. 201.




{{ZbPensiero|4523/6}} Non solo noi diveniamo insensibili alla lode, e non mai al biasimo, come dico altrove, ma in qualunque tempo, le lodi di mille persone stimabilissime, non ci consolano, non fanno contrappeso al dolore che ci dà il biasimo, un motteggio, un disprezzo di persona disprezzatisima, di un facchino (29 luglio)).
{{ZbPensiero|4523/6}} Non solo noi diveniamo insensibili alla lode, e non mai al biasimo, come dico altrove, ma in qualunque tempo, le lodi di mille persone stimabilissime, non ci consolano, non fanno contrappeso al dolore che ci dà il biasimo, un motteggio, un disprezzo di persona disprezzatisima, di un facchino (29 luglio).




{{ZbPensiero|4523/7}} In un trattenimento, chi si vuol divertire, propongasi di passare il tempo. Chi vi cerca e vi aspetta il divertimento, non vi trova che noia, e passa quel tempo assai male (29 luglio)). <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4524}}
{{ZbPensiero|4523/7}} In un trattenimento, chi si vuol divertire, propongasi di passare il tempo. Chi vi cerca e vi aspetta il divertimento, non vi trova che noia, e passa quel tempo assai male (29 luglio). <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4524}}




{{ZbPensiero|4524/1}}Est Dicaearchi liber de interitu hominum, Peripatetici magni et copiosi, qui collectis ceteris causis, eluvionis, pestilentiae, vastitatis, beluarum etiam repentinae multitudinis, quarum impetu docet quaedam hominum genera esse consunta; deinde comparat quanto plures deleti sint homines hominum impetu, id est bellis aut seditionibus, quam omni reliqua calamitate. {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}}, ''de off''. II, 5 (16). (5 settembre 1829).<section end="2" />
{{ZbPensiero|4524/1}}Est Dicaearchi liber de interitu hominum, Peripatetici magni et copiosi, qui collectis ceteris causis, eluvionis, pestilentiae, vastitatis, beluarum etiam repentinae multitudinis, quarum impetu docet quaedam hominum genera esse consunta; deinde comparat quanto plures deleti sint homines hominum impetu, id est bellis aut seditionibus, quam omni reliqua calamitate. {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Cicerone}}, ''de off''., II, 5 (16). (5 settembre 1829).<section end="2" />