Pagina:Angeli - Roma, parte I - Serie Italia Artistica, Bergamo, 1908.djvu/55: differenze tra le versioni

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}}Noi non abbiamo nessun documento che affermi o smentisca questa tradizione: conserviamola pietosamente per quello che ha in sè di bellezza e di forza.
}}Noi non abbiamo nessun documento che affermi o smentisca questa tradizione: conserviamola pietosamente per quello che ha in sè di bellezza e di forza.


Il compito di compiere il vasto disegno di Cesare, fu così riservato ad Augusto suo erede morale e materiale. Egli pensò prima di tutto di stabilire solidamente il nuovo stato o di dare al suo popolo insieme con istituzioni nuove una religione ufficiale più severa e più degna delle sue tradizioni antiche. Egli fu l’organizzatore venuto dopo il creatore: colui che ordinò i cittadini con altrettanta saggezza di quella impiegata nel ricostruire la città. E — fondatore di una dinastia — ebbe la visione estetica del suo sogno e amò gli edifici sontuosi e tutti gli abbellimenti dell’arte. Avendo trovato una città mediocre, si diede a ricostruirla quasi intieramente, tanto che — ci avverte Svetonio — ''jure sit gloriatus marmoream se relinquere quam lateritiam accepisset''; «si gloriò giustamente di lasciare una città di marmo là dove ne aveva trovata una di mattoni».
Il compito di compiere il vasto disegno di Cesare, fu così riservato ad Augusto suo erede morale e materiale. Egli pensò prima di tutto di stabilire solidamente il nuovo stato e di dare al suo popolo insieme con istituzioni nuove una religione ufficiale più severa e più degna delle sue tradizioni antiche. Egli fu l’organizzatore venuto dopo il creatore: colui che ordinò i cittadini con altrettanta saggezza di quella impiegata nel ricostruire la città. E — fondatore di una dinastia — ebbe la visione estetica del suo sogno e amò gli edifici sontuosi e tutti gli abbellimenti dell’arte. Avendo trovato una città mediocre, si diede a ricostruirla quasi intieramente, tanto che — ci avverte {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}} — ''jure sit gloriatus marmoream se relinquere quam lateritiam accepisset''; «si gloriò giustamente di lasciare una città di marmo là dove ne aveva trovata una di mattoni».
Inoltre, non potendo da solo compiere il suo disegno troppo vasto, consigliò i suoi amici di seguirne l’esempio e noi vediamo Marcio Filippo e Lucio Cornificio e Asinio Pollione e Statilio Tauro e Marcello e Agrippa e Mecenate e Cornelio Balbo divenire i munifici edificatori della città.
Inoltre, non potendo da solo compiere il suo disegno troppo vasto, consigliò i suoi amici di seguirne l’esempio e noi vediamo Marcio Filippo e Lucio Cornificio e Asinio Pollione e Statilio Tauro e Marcello e Agrippa e Mecenate e Cornelio Balbo divenire i munifici edificatori della città.