Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/447: differenze tra le versioni

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<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|4502}}-->toujours. ib., 231. Serva a que’ miei pensieri, ove dico che le occupazioni ec., il cui fine è il solo piacere, non danno mai piacere ec. (9 mag).
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|4502}}-->toujours. ib., 231. Serva a que’ miei pensieri, ove dico che le occupazioni ec., il cui fine è il solo piacere, non danno mai piacere ec. (9 maggio).




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{{ZbPensiero|4503/1}}Forma diminutiva italiana in ''astro''. ''Pollastro, vincastro'' ec. Disprezzativa. ''Giovinastro, medicastro, poetastro''. ec. Fors’anche frequentativa, e in ''astrare''. Cosí in francese: ''folâtre, folâtrer'' ec. (9 maggio). ''Verdastro, verdâtre'' per ''verdigno''; e simili. ''Padrastro'' ec.
{{ZbPensiero|4503/1}}Forma diminutiva italiana in ''astro'': ''Pollastro, vincastro'' ec. Disprezzativa: ''Giovinastro, medicastro, poetastro''. ec. Fors’anche frequentativa, e in ''astrare''. Cosí in francese: ''folâtre, folâtrer'' ec. (9 maggio). ''Verdastro, verdâtre'' per ''verdigno''; e simili. ''Padrastro'' ec.




{{ZbPensiero|4503/2}} ''Torreo-tostum-tostar'', spagnuolo ''Elixus, assus'', forse participii; e quindi ''assare, elixare'', forse continuativi. {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}}, VII, 10, ''linguam exserere'', laddove l’antico annalista {{AutoreCitato|Quinto Claudio Quadrigario|Quadrigario}}, appresso {{AutoreCitato|Aulo Gellio|Gellio}}, IX, 13, al quale allude lo stesso {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}}, ''linguam exsertare'': benissimo Quadrigario: e non è frequentativo, ma continuativo, perchè, come ho detto altrove, il frequentativo indica il soler fare (a non certi intervalli e tempi) una cosa, e non il farla continuamente, di séguito e ripetutamente in un dato e piccolo spazio di tempo. Cosí considerati, anche i verbi in ''ico'', e gli altri che si chiamano frequentativi, oltre quelli in ''ito'', si vedranno essere piú propriamente continuativi (10 maggio 1829).<section end="2" />
{{ZbPensiero|4503/2}} ''Torreo-tostum-tostar'', spagnuolo. ''Elixus, assus'', forse participii; e quindi ''assare, elixare'', forse continuativi. {{AutoreCitato|Tito Livio|Livio}} VII, 10, ''linguam exserere'', laddove l’antico annalista {{AutoreCitato|Quinto Claudio Quadrigario|Quadrigario}}, appresso {{AutoreCitato|Aulo Gellio|Gellio}}, IX, 13, al quale allude lo stesso Livio, ''linguam exsertare'': benissimo Quadrigario: e non è frequentativo, ma continuativo, perchè, come ho detto altrove, il frequentativo indica il soler fare (a non certi intervalli e tempi) una cosa, e non il farla continuamente, di seguito e ripetutamente in un dato e piccolo spazio di tempo. Cosí considerati, anche i verbi in ''ico'', e gli altri che si chiamano frequentativi, oltre quelli in ''ito'', si vedranno essere piú propriamente continuativi (10 maggio 1829).<section end="2" />