Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. I.djvu/211: differenze tra le versioni

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la potenza navale degli Etruschi, allora ch’ella fioriva a causa del suo spazioso e profondo porto, che riparalo intorno dal monti liguri può mettere in sicuro ogni quantunque numeroso naviglio<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strab.}} v.}} p. 153. Del porto di Luni, o sia del magnifico golfo della Spezia, cantava {{Sc|{{AutoreCitato|Quinto Ennio|Ennio}}}}: ''Lunai portum est operae cognoscere ceiveis.'' Fragm. p, 3 ed. {{Sc|{{AutoreCitato|Franciscus Hesselius|Hessel}}}}.</ref>.
la potenza navale degli Etruschi, allora ch’ella fioriva a causa del suo spazioso e profondo porto, che riparalo intorno dal monti liguri può mettere in sicuro ogni quantunque numeroso naviglio<ref>{{Sc|{{AutoreCitato|Strabone|Strab.}} v.}} p. 153. Del porto di Luni, o sia del magnifico golfo della Spezia, cantava {{Sc|{{AutoreCitato|Quinto Ennio|Ennio}}}}: ''Lunai portum est operae cognoscere ceiveis.'' Fragm. p, 3 ed. {{Sc|{{AutoreCitato|Franciscus Hesselius|Hessel}}}}.</ref>.


Abbondano i geografi nella descrizione di moltissimi altri luoghi dell’Etruria, che pienamente accertano quanto copiosa ne fosse un tempo e la popolazione e la forza<ref>V. {{Sc|{{AutoreCitato|Filippo Cluverio|Cluver.}}}} p. 419-506: ma più particolarmente l’accurato e critico {{Sc|Mannert}}, ''Geogr. der Griech. und. Rom''. T, {{Sc|ix}}. p. 347-428.</ref>. Ma noi ci siamo con disegno fermali a ragionare più particolarmente delle citttà che attendevano ai traffici di mare, per dar meglio a intendere con quale e quanto studio s’adoperassero gli Etruschi, fattisti potenti, anco nelle cose navali. Di lungo tempo usavano essi per navigazioni e commerci sia col rimanente dell’Italia, sia con remote e straniere nazioni. Né par cosa dubbiosa, che massimamente i nobili e facoltosi cittadini traessero dal commercio marittimo, di cui fornivano il capitale, abbondevoli ricchezze. Diremo altrove qual era la materia di questi lucrosi negozj, e per qual gius convenzionale proteggeva e cautelava un popolo marittimo la navigazione ne’ suoi propri mari. Talché navigando pur sempre, e commerciando d’ogni banda per tutti i paesi d’intorno al Mediterraneo, la mercatura e la nautica divennero al fine nazionali mestieri,
Abbondano i geografi nella descrizione di moltissimi altri luoghi dell’Etruria, che pienamente accertano quanto copiosa ne fosse un tempo e la popolazione e la forza<ref>V. {{Sc|{{AutoreCitato|Filippo Cluverio|Cluver.}}}} p. 419-506: ma più particolarmente l’accurato e critico {{Sc|Mannert}}, ''Geogr. der Griech. und. Rom''. T, {{Sc|ix}}. p. 347-428.</ref>. Ma noi ci siamo con disegno fermali a ragionare più particolarmente delle città che attendevano ai traffici di mare, per dar meglio a intendere con quale e quanto studio s’adoperassero gli Etruschi, fattisti potenti, anco nelle cose navali. Di lungo tempo usavano essi per navigazioni e commerci sia col rimanente dell’Italia, sia con remote e straniere nazioni. Né par cosa dubbiosa, che massimamente i nobili e facoltosi cittadini traessero dal commercio marittimo, di cui fornivano il capitale, abbondevoli ricchezze. Diremo altrove qual era la materia di questi lucrosi negozj, e per qual gius convenzionale proteggeva e cautelava un popolo marittimo la navigazione ne’ suoi propri mari. Talché navigando pur sempre, e commerciando d’ogni banda per tutti i paesi d’intorno al Mediterraneo, la mercatura e la nautica divennero al fine nazionali mestieri,