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“Restò la nave de la victuaria tanto dreto, che per quella mattina disnassemo cum li guanti in mane, et alcuni non mangiarono niente, tra li quali li fui io, e arrivassimo a la ripa circa le tre ore de nocte, pur senza la nave della dispensa, per modo, che se Madonna Camilla non havesse mandato de cena, io era facta santa del Paradiso. Quando venne l’hora del dormire, ricordandome de havere cussi trista stantia, come è questo bucintoro tutto busato, me fugiva la voglia de andare a lecto. E la poveretta della Ill.<sup>a</sup> M.<sup>a</sup> Marchesana, sentendose fredda et senza focho, cominciò a dolerse, dicendo che l’era morta: finalmente se pose a lecto et me chiamò appresso perchè la scaldassi„.
“Restò la nave de la victuaria tanto dreto, che per quella mattina disnassemo cum li guanti in mane, et alcuni non mangiarono niente, tra li quali li fui io, e arrivassimo a la ripa circa le tre ore de nocte, pur senza la nave della dispensa, per modo, che se Madonna Camilla non havesse mandato de cena, io era facta santa del Paradiso. Quando venne l’hora del dormire, ricordandome de havere cussi trista stantia, come è questo bucintoro tutto busato, me fugiva la voglia de andare a lecto. E la poveretta della Ill.<sup>a</sup> M.<sup>a</sup> Marchesana, sentendose fredda et senza focho, cominciò a dolerse, dicendo che l’era morta: finalmente se pose a lecto et me chiamò appresso perchè la scaldassi„.


Le nozze ducali diedero occasione per straordinari festeggiamenti ed addobbi nel Castello di Porta Giova, volendo il Moro eclissare le feste che, per le nozze di Isabella d’Aragona con Giovanni Galeazzo Sforza, erano state celebrate pochi mesi prima, nel gennaio 1489. Alcuni particolari della vita spensierata delle due giovani spose sono ricordati in una lettera dello stesso Lodovico, nei primi mesi del suo matrimonio:
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“Io non potria explicare la milesima parte de le cose che fanno et de li piaceri che se pigliano la Ill.<sup>a</sup> Duchessa di Milano et la prefata mia consorte, de fare correre cavalli a tutta briglia et correr dietro a le sue donne et farle cadere da cavallo: et essendo qui a Milano, se misseno heri che pioveva ad andare loro due cum quattro o sei done per la città, a piedi, cum li panicelli, Cioè sugacapi, in testa,
“Io non potria explicare la milesima parte de le cose che fanno et de li piaceri che se pigliano la Ill.<sup>a</sup> Duchessa di Milano et la prefata mia consorte, de fare correre cavalli a tutta briglia et correr dietro a le sue donne et farle cadere da cavallo: et essendo qui a Milano, se misseno heri che pioveva ad andare loro due cum quattro o sei done per la città, a piedi, cum li panicelli, Cioè sugacapi, in testa,

{{Sc|corte ducale - colonna votiva, già di fronte alla chiesa di s. antonio, porta di accesso alle sale destinate al governatore spagnuolo.}}
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