Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/337: differenze tra le versioni

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{{ZbPensiero|206/3}} La grazia propriamente non ha luogo se non nei piaceri che appartengono al bello. Una novità, un racconto curioso, una nuova piccante, tutto quello che punge o muove o solletica la curiosità, sono irritamenti piacevoli, ma non hanno che far colla grazia. E quelli che appartengono ai cibi, o a qualunque altro piacere, parimente somigliano alla grazia e possono esserne esempi, ma non confondersi con lei. Perciò la grazia va definita semplicemente un irritamento nelle cose che appartengono al bello, tanto sensibile quanto intellettuale, come il bello poetico ec.<section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|207}}<section end="Della natura degli uomini" />
{{ZbPensiero|206/4}} La grazia propriamente non ha luogo se non nei piaceri che appartengono al bello. Una novità, un racconto curioso, una nuova piccante, tutto quello che punge o muove o solletica la curiosità, sono irritamenti piacevoli, ma non hanno che far colla grazia. E quelli che appartengono ai cibi, o a qualunque altro piacere, parimente somigliano alla grazia e possono esserne esempi, ma non confondersi con lei. Perciò la grazia va definita semplicemente un irritamento nelle cose che appartengono al bello, tanto sensibile quanto intellettuale, come il bello poetico ec.<section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|207}}<section end="Della natura degli uomini" />