Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/193: differenze tra le versioni

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che in questa parte non le arrivano quelle del Sannazzaro né qual altro si sia dei nostri poemi pastorali, eccettuato l'''Aminta'' e in parecchie scene il ''Pastor Fido.''
DEDICHE, NOTIZIE, ANNOTAZIONI
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che in questa parte non le arrivano quelle del Sannazzaro né qual
|Ivi, 12.||Altrice.
altro si sia dei nostri poemi pastorali, eccettuato l'Aminta e in
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parecchie scene il Pastor Fido.
|[v. 198]
Ivi, 12. Altrice.
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[v. 19S]

Credo che ti potrei portare non pochi esempi dell’uso di questa
parola, pigliandoli da’poeti moderni: ma se non ti curi degli
Credo che ti potrei portare non pochi esempi dell’uso di questa parola, pigliandoli da’ poeti moderni: ma se non ti curi degli esempi moderni, e vuoi degli antichi, abbi pazienza che io li trovi, come spero, e in questo mezzo aiutati col seguente, ch’è del
{{AutoreCitato|Giovanni Guidiccioni|Guidiccioni}}<ref>Son. «Viva fiamma di Marte, onor de’ tuoi».</ref>. «Mira che giogo vil, che duolo amaro Preme or l’{{spaziato|altrice}} de’ famosi eroi».
esempi moderni, e vuoi degli antichi, abbi pazienza che io li trovi,
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come spero, e in questo mezzo aiutati col seguente, eh* è del
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Guidiccioni (0. « Mira che giogo vii, che duolo amaro Preme or
|Ivi, 13.||Se di codardi è stanza,
l’altrice de’famosi eroi».
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Ivi, 13. Se di codardi è stanza,
[v. 199] meglio l’è rimaner vedova e sola.
|[v. 199]||meglio l’è rimaner vedova {{spaziato|e sola}}.
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« Solo » in forza di « romito », « disabitato », « deserto » non è

del Vocabolario, ma è del Petrarca<2). «Tanto e più fien le cose
«Solo» in forza di «romito», «disabitato», «deserto» non è del ''Vocabolario'', ma è del {{AutoreCitato|Francesco Petrarca|Petrarca}}<ref>Son. «Tra quantunque leggiadre donne e belle».</ref>. «Tanto e piú fien le cose oscure {{spaziato|e sole}} Se morte gli occhi suoi chiude ed asconde». E del {{AutoreCitato|Angelo Poliziano|Poliziano}}<ref>''Orfeo'', At. {{Sc|iii}}, ediz. dell’Affò, Ven. 1776, v. 16, p. 41.</ref>. «In qualche {{spaziato|ripa sola}} E lontan da la gente [dice d’Orfeo] Si dolerà del suo crudo destino». E del {{AutoreCitato|Luigi Malaspina di Sannazzaro|Sannazzaro}}
oscure e sole Se morte gli occhi suoi chiude ed asconde». E
nel Proemio dell’''Arcadia''. «Per {{spaziato|li soli boschi}} i salvatichi uccelli sovra i verdi rami cantando». E nell’egloga undecima<ref> V. 16.</ref>. «Piangete, {{spaziato|valli}} abbandonate e {{spaziato|sole}}». E del {{AutoreCitato|Pietro Bembo|Bembo}}<ref>Son. {{Sc|xxxv}}.</ref>. «Parlo poi meco, e grido, e largo fiume Verso per gli occhi in qualche
del Poliziano (3). «In qualche ripa sola E lontan da la gente
{{spaziato|parte sola}}». E del {{AutoreCitato|Giovanni Della Casa|Casa}}<ref>Son. {{Sc|xliii}}.</ref>. «Ne i monti e per le {{spaziato|selve}} oscure e
[dice d’Orfeo] Si dolerà del suo crudo destino». E del Sannaz¬
{{spaziato|sole}}». E del {{AutoreCitato|Benedetto Varchi|Varchi}}<ref>Son. «Tesilla amo, Tesilla onoro, e sola».</ref>. «Dice per questa {{spaziato|valle}} opaca e {{spaziato|sola}} Tirinto». E del
zaro nel Proemio dell’Arcadia. «Per li soli boschi i salvatichi
{{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}}<ref>''Ger. lib.'', c. {{Sc|x}}, st. 3.</ref>. «Per quella via ch’è piú deserta e {{spaziato|sola}}». È tolto ai Latini, tra’ quali<ref>[Nell’ediz. Nobili: «fra’quali».]</ref> {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}} nella Favola d’Orfeo<ref>''Geor''., lib. {{Sc|iv}}, v. 465.</ref>:
uccelli sovra i verdi rami cantando». E nell’egloga undecima(4).
«Piangete, valli abbandonate e sole». E del Bembo(s). «Parlo
poi meco, e grido, e largo fiume Verso per gli occhi in qualche
parte sola». E del Casa(6). « Ne i monti e per le selve oscure e
sole ». E del Varchi(7). « Dice per questa valle opaca e sola Ti-
rinto».Edel TassoW. « Per quella via ch’è più deserta e sola».
È tolto ai Latini, tra’quali (9) Virgilio nella Favola d’Orfeo d°):
(1) Son. «Viva fiamma di Marte, otior de’tuoi ».
(2) Son. « Tra quantunque leggiadre donne e belle ».
(3) Orfeo, At. in, ediz. dell’Affò, Veti. 1776, v. 16, p. 41.
(4) V. 16.
(5) Son. xxxv.
(6) Son. xliii.
(7) Son. « Tesilla amo, Tesilla onoro, e sola ».
(8) Ger. lib., c. x, st. 3.
(9) [Nell’ediz. Nobili: « fra’quali ».]
(10) Geor.y lib. iv, v. 465.
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