Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/191: differenze tra le versioni

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otto<ref>Roma 1817, p. 22.</ref>. «Ora veggiamo quello che séguita detto da Cristo; se forse in alcuno luogo, o in alcuna cosa io trovassi {{spaziato|sollazzo}}, o rimedio di tanta confusione». E ivi a due versi. «Oimè, credevami trovare {{spaziato|sollazzo della mia confusione}}, e io trovo accrescimento». Cosí a capitoli undici<ref>P. 33.</ref>. «Tutta la pena che pativa [san Paolo], piuttosto riputava {{spaziato|sollazzo d’amore}}, che dolore di corpo». E nel capo susseguente<ref>P. 35</ref>. «Onde ne parlano spesso, acciocché almeno per lo molto parlare di quello che amano, si scialino un poco e trovino {{spaziato|sollazzo}} e refrigerio {{spaziato|del fervente amore}} ch’hanno dentro». L’antica versione latina in tutti questi luoghi ha «''solatium''», o «''solatia''». Veggano eziandio nello stesso ''Vocabolario della Crusca'', sotto la voce «spiraglio», un esempio simile ai soprascritti, il qual esempio è cavato dal Volgarizzamento di non so che altro libro del medesimo San Grisostomo. E di piú veggano, s’hanno voglia, nell’''Asino d’oro'' del {{AutoreCitato|Agnolo Firenzuola|Firenzuola}}<ref>Lib. {{Sc|vi}}. Mil. 1819, p. 185.</ref> come «le lagrime» sono «ultimo {{spaziato|sollazzo delle miserie}} de’ mortali». Anzi è costume dello scrittore nella detta opera<ref>L. {{Sc|ii}}, p. 61; l. {{Sc|iii}}, p. 75; l. {{Sc|iv}}, p. 103; l. {{Sc|v}}, pp. 148 e 169.</ref> di prendere la voce «sollazzo» in significato di «sollievo», «consolazione», «conforto», ad esempio di quei del trecento, come anche fece il
otto<sup>nota</sup>. «Ora veggiamo quello che séguita detto da Cristo; se
{{AutoreCitato|Pietro Bembo|Bembo}}<ref>Lett''.'', vol. IV, part. {{Sc|ii}}. ''Op''. del Bem, Ven. 1729, t. {{Sc|iii}}, p. 310.</ref> nel passo che segue. «Messer Carlo, mio solo e caro fratello, unico sostegno e {{spaziato|sollazzo della mia vita}}, se n’è al cielo ito».
forse in alcuno luogo, o in alcuna cosa io trovassi sollazzo, o
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rimedio di tanta confusione». E ivi a due versi. «Oimè, credevami
|XII, 10.||Che stai?
trovare sollazzo della mia confusione, e io trovo
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accrescimento». Cosi a capitoli undici (2). «Tutta la pena che pativa
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[san Paolo], piuttosto riputava sollazzo d’amore, che dolore
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di corpo». E nel capo susseguente(3). «Onde ne parlano spesso,
La particella interrogativa «che» usata invece di «perché» non ha esempio nel ''Vocabolario'' se non seguita dalla negativa «non». Ma che anche senza questa si dica ottimamente, recherò le prime autorità che mi vengono alle mani, fra le innumerabili che si potrebbero addurre<ref>[Invece dei successivi esempi del Pandolfini, nell’ediz. Nobili ce n’era uno del Casa: «{{Spaziato|Che parlo}} io degli uomini? Questa terra, sacra Maestà, e queste liti parea che avessono vaghezza e disiderio di farvisi allo ’ncontro». E in nota: «''Op''. del Casa, Ven. 1752, tom. {{Sc|iii}}, p. 344».]</ref>. Il {{Wl|Q16556761|Pandolfini}} nel ''Trattato del Governo della''
acciocché almeno per lo molto parlare di quello che amano, si
scialino un poco e trovino sollazzo e refrigerio del fervente
amore ch’hanno dentro». L’antica versione latina in tutti questi
luoghi ha «solatium», o «solatia». Veggano eziandio nello stesso
Vocabolario della Crusca, sotto la voce «spiraglio», un esempio simile
ai soprascritti, il qual esempio è cavato dal Volgarizzamento
di non so che altro libro del medesimo San Grisostomo. E di piú
veggano, s’hanno voglia, nell ’Asino d’oro del Firenzuola (4) come
«le lagrime» sono «ultimo sollazzo delle miserie de’mortali
». Anzi è costume dello scrittore nella detta opera(5) di prendere
la voce «sollazzo» in significato di «sollievo», «consolazione»,
«conforto», ad esempio di quei del trecento, come anche fece il
Bembo (6) nel passo che segue. «Messer Carlo, mio solo e caro
fratello, unico sostegno e sollazzo della mia vita, se n’è al
cielo ito».
XII, 10. Che stai?
[v. 196]
La particella interrogativa «che» usata invece di «perché»
non ha esempio nel Vocabolario se non seguita dalla negativa
«non». Ma che anche senza questa si dica ottimamente, recherò le
prime autorità che mi vengono alle mani, fra le innumerabili che si
potrebbero addurre (7). Il Pandolfini nel Trattato del Governo della
(1) Roma 1817, p. 22.
(2) P. 33(3)
P- 35(4)
Lib. vi. Mi). 1819, p. 185.
(5) L. Il, p. 61; 1. ili, p. 75; 1- iv, p. 103; 1. V, pp. 148 e 169.
(6) Leti., voi. IV, part. 11. Op. del Bem, Ven. 1729, t. in, p. 310.
(7) [Invece dei successivi esempi del Pandolfini, nell’ediz. Nobili ce 11’era uno del
Casa: «Che parlo 10 degli uomini? Questa terra, sacra Maestà, e queste liti parea
che avessono vaghezza e disiderio di farvisi allo’ncontro». E in nota: «Op. del
Casa, Ven. 1752, tom. in, p. 344»•]