Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/169: differenze tra le versioni

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<br/>&nbsp;Che questa proposta, rassegnata alla superiore autorità, possa venir posta in deliberazione dalla società al prossimo suo convocato, e venir quindi da essa accolta e dal governo imperiale, noi dubitiamo assai. I provvedimenti precedenti di questo sembran provare che l’impresa delle strade ferrate voglia considerarsi ''come affare di governo'', e non ''come speculazione industriale estera''; quindi non pare probabile che vi si voglia ammettere l’intervento d’una compagnia straniera, le cui viste ad altro non tendono che ad un deciso ''aggiotaggio''; imperocché i proponenti, i quali appena giunti, senza assumere la menoma informazione sulle condizioni di luogo, fanno cotali proposte, dimostrano ''voler giuocare alla borsa di Londra'' ed altre ''col tema'' delle strade ideate.
<br/>&nbsp;Che questa proposta, rassegnata alla superiore autorità, possa venir posta in deliberazione dalla società al prossimo suo convocato, e venir quindi da essa accolta e dal governo imperiale, noi dubitiamo assai. I provvedimenti precedenti di questo sembran provare che l’impresa delle strade ferrate voglia considerarsi ''come affare di governo'', e non ''come speculazione industriale estera''; quindi non pare probabile che vi si voglia ammettere l’intervento d’una compagnia straniera, le cui viste ad altro non tendono che ad un deciso ''aggiotaggio''; imperocché i proponenti, i quali appena giunti, senza assumere la menoma informazione sulle condizioni di luogo, fanno cotali proposte, dimostrano ''voler giuocare alla borsa di Londra'' ed altre ''col tema'' delle strade ideate.
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Quantunque il giornale francese ''Des Debats'' abbia, gli 8 luglio 1845, affermato che le due direzioni lombarda e veneta, riunite a Verona il 22 giugno, aveano accettata la proposta, salva, ben inteso, la superiore approvazione, sappiamo da persone che si credono bene informate, che S. E. il presidente della Camera Aulica ''debbe aver reietta la proposta'', dichiarando che se, come si era preveduto, la società lombardo-veneta non avea mezzo di compiere l’opera assunta, subentrerebbe a terminarla il governo, come le avea promesso, rimborsando nell’accennato modo l’esposto: ''senza che occorresse alcun straniero intervento'', considerato allo stato della pratica ''menodi cevole''. Codesta determinazione, ove sia vera, noi crediam ''degna di somma lode''. Perocché ripetiamo essere bensì conveniente accogliere capitali stranieri per concorrere alla speculazione, assicurando loro un frutto adequato, ma quanto ''al regolar l’impresa'', importare che lo sia o ''dal governo medesimo'', o, se non lo può, ''da speculatori indigeni'', non ''da quelli esteri''. Abbiamo ’in Italia esempi che dimostrano men conveniente l’intervento di cotestoro.</ref>
Quantunque il giornale francese ''Des Debats'' abbia, gli 8 luglio 1845, affermato che le due direzioni lombarda e veneta, riunite a Verona il 22 giugno, aveano accettata la proposta, salva, ben inteso, la superiore approvazione, sappiamo da persone che si credono bene informate, che S. E. il presidente della Camera Aulica ''debbe aver reietta la proposta'', dichiarando che se, come si era preveduto, la società lombardo-veneta non avea mezzo di compiere l’opera assunta, subentrerebbe a terminarla il governo, come le avea promesso, rimborsando nell’accennato modo l’esposto: ''senza che occorresse alcun straniero intervento'', considerato allo stato della pratica ''meno dicevole''. Codesta determinazione, ove sia vera, noi crediam ''degna di somma lode''. Perocché ripetiamo essere bensì conveniente accogliere capitali stranieri per concorrere alla speculazione, assicurando loro un frutto adequato, ma quanto ''al regolar l’impresa'', importare che lo sia o ''dal governo medesimo'', o, se non lo può, ''da speculatori indigeni'', non ''da quelli esteri''. Abbiamo in Italia esempi che dimostrano men conveniente l’intervento di cotestoro.</ref>