Pagina:Opere matematiche (Cremona) I.djvu/253: differenze tra le versioni
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Le nostre facoltà universitarie, insomma, non possedettero sin qui alcuna cattedra da cui si potessero annunciare alla gioventù italiana le novelle e brillanti scoperte della scienza. Ognun vede quanto fosse indecoroso che l’istruzione, data dallo Stato, non fosse che una piccola parte di quella reclamata dalle odierne condizioni di civiltà; ma a ciò non potevan provvedere nè un governo straniero, nè governi mancipii dello |
Le nostre facoltà universitarie, insomma, non possedettero sin qui alcuna cattedra da cui si potessero annunciare alla gioventù italiana le novelle e brillanti scoperte della scienza. Ognun vede quanto fosse indecoroso che l’istruzione, data dallo Stato, non fosse che una piccola parte di quella reclamata dalle odierne condizioni di civiltà; ma a ciò non potevan provvedere nè un governo straniero, nè governi mancipii dello straniero, pei quali l’ignoranza publica era arte potentissima di regno. Quest’era un còmpito serbato al governo nazionale; ed il governo nazionale tolse a sdebitarsene instituendo cattedre d’insegnamento superiore; nè vuolsi muover dubbio che i buoni principii sian per riuscire a splendida meta, or che all’Italia sorride sì benigna la fortuna, e che alle cose della publica istruzione presiede {{Sc|{{AutoreCitato|Terenzio Mamiani|Terenzio Mamiani}}}}. |
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straniero, pei quali l’ignoranza publica era arte potentissima di regno. Quest’era un compito serbato al governo nazionale; ed il governo nazionale tolse a sdebitarsene instituendo cattedre d’insegnamento superiore; ne vuolsi muover dubbio che i buoni principii sian per riuscire a splendida meta, or che all’Italia sorride sì benigna la fortuna, e che alle cose della publica istruzione presiede TERENZIO MAMIANI. |
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I regolamenti scolastici erano per la scienza un vero letto di Procuste. Impossibile agli insegnanti anche di buona |
I regolamenti scolastici erano per la scienza un vero letto di Procuste. Impossibile agli insegnanti anche di buona volontà andar oltre i primi elementi della teorica delle equazioni, della geometria analitica, del calcolo sublime, della meccanica razionale, della geometria descrittiva. La nostra gioventù non giungeva nelle publiche scuole a conoscere i principali risultati della teorica de’ determinanti, meraviglioso stromento di calcolo algebrico, che opera prodigi non mai sospettati; della teorica delle forme binarie che tanto promosse la risoluzione delle equazioni; della teorica delle forme ternarie e quaternarie, potentissimo ausilio per la geometria delle curve e delle superficie; dell’aritmetica trascendente, per cui s’acquistarono fama non peritura {{Sc|{{AutoreCitato|Carl Friedrich Gauss|Gauss}}}}, {{Sc|{{AutoreCitato|Peter Gustav Lejeune Dirichlet|Dirichlet}}}}, {{Sc|{{AutoreCitato|Charles Hermite|Hermite}}}}, {{Sc|{{AutoreCitato|Ernst Eduard Kummer|Kummer}}}}, {{Sc|{{AutoreCitato|Gotthold Eisenstein|Eisenstein}}}}, {{Sc|{{AutoreCitato|Angelo Genocchi|Genocchi}}}} ...; della teorica delle funzioni ellittiche ed iperellittiche nella quale brillò il genio del norvego {{Sc|{{AutoreCitato|Niels Henrik Abel|Abel}}}} e del prussiano {{Sc|{{AutoreCitato|Carl Jacobi|Jacobi}}}}, ed or ora apparvero mirabili lavori di {{Sc|{{AutoreCitato|Karl Weierstrass|Weierstrass}}}}, di {{Sc|Hermite}}, di {{Sc|{{AutoreCitato|Francesco Brioschi|Brioschi}}}}, di {{Sc|{{AutoreCitato|Enrico Betti|Betti}}}} e di {{Sc|{{AutoreCitato|Felice Casorati|Casorati}}}}, teorica stupenda che si collega a un tempo colle parti più elevate del calcolo integrale, colla risoluzione delle equazioni, colla dottrina delle serie e con quella, sì ardua e sì attraente, de’ numeri. Ebbene, ciascuno di questi magnifici rami di scienza potrà in avvenire essere svolto con alternata successione dal professore di analisi superiore. |
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Nelle nostre scuole l’angustia del tempo dato allo insegnare e la non proporzionata coltura de’ giovani studenti non concedevano d’addentrarsi molto nelle applicazioni dell’analisi alia geometria delle superficie; epperò quante quistioni rimanevano intatte! La teorica delle coordinate curvilinee, iniziata da |
Nelle nostre scuole l’angustia del tempo dato allo insegnare e la non proporzionata coltura de’ giovani studenti non concedevano d’addentrarsi molto nelle applicazioni dell’analisi alia geometria delle superficie; epperò quante quistioni rimanevano intatte! La teorica delle coordinate curvilinee, iniziata da {{Sc|{{AutoreCitato|Antonio Maria Bordoni|Bordoni}}}} e da {{Sc|Gauss}} e poi grandemente promosse da {{Sc|{{AutoreCitato|Gabriel Lamé|Lamé}}}}; la ricerca delle superficie che supposte flessibili e inestensibili riescano applicabili sopra una data; il problema di disegnare con certe condizioni sopra una superficie l’imagine di una figura data su di un’altra superficie, il problema insomma della costruzione delle carte geografiche; la trigonometria sferoidica; la teorica delle linee geodetiche: tutto ciò sarà quind’innanzi esposto nella scuola di alta geodesia insieme colla dottrina de’ minimi quadrati e con altri gravissimi argomenti. |
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