Pagina:Doni, Anton Francesco – I marmi, Vol. I, 1928 – BEIC 1814190.djvu/121: differenze tra le versioni

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<poem>
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non è da secolar, non è fratesca,
non è da secolar, non è fratesca,
se non fosse da voi, padre Giovanni,
se non fosse da voi, padre Giovanni,
75 che la portaste sempre alla tedesca
{{R|75}}che la portaste sempre alla tedesca
né per volger di cieli o correr d’anni
né per volger di cieli o correr d’anni
mai non mutaste foggia, e ’l mostra ancóra
mai non mutaste foggia, e ’l mostra ancóra
78 le vostre usanze antiche di milPanni:
{{R|78}}le vostre usanze antiche di mill’anni:
però questo capitol vi mando ora
però questo capitol vi mando ora
e quant’io posso ve lo raccomando
e quant’io posso ve lo raccomando
81 che lo mostriate a tutto ’l popol fuora.
{{R|81}}che lo mostriate a tutto ’l popol fuora.
E s’io potessi, faria porre un bando,
E s’io potessi, faria porre un bando,
che chi non mostra d’aver il brachieri
che chi non mostra d’aver il brachieri
84 non possa tal usanza ir seguitando
{{R|84}}non possa tal usanza ir seguitando
di portar la scarsella o ver carnieri.
di portar la scarsella o ver carnieri.
</poem>
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{{Sc|Stradino}}. Piacemi, messer Niccolò, che voi vi siate dato
{{Sc|Stradino}}. Piacemi, messer Niccolò, che voi vi siate dato al poeta, perché voi non siate manco valente che nelle prose. Ma ditemi: in ricompensa di tanto onore che voi mi fate, non volete voi che io vi doni una bella canzona nuova nuova di trinca?
al poeta, perché voi non siate manco valente che nelle prose.
Ma ditemi: in ricompensa di tanto onore che voi mi fate, non
volete voi che io vi doni una bella canzona nuova nuova di
trinca?


{{Sc|Niccolò}}. Non vo’ canti, ché io non son musico.
{{Sc|Niccolò}}. Non vo’ canti, ché io non son musico.


{{Sc|Stradino}}. Io dico parole; e son di quel raro uomo e mirabil ingegno che disse giá all’improviso a papa Lione, che
{{Sc|Stradino}}. Io dico parole; e son di quel raro uomo e mirabil ingegno che disse giá all’improviso a papa Lione, che sonava tanto suavemente la viola.
sonava tanto suavemente la viola.


{{Sc|Niccolò}}. Quale?
{{Sc|Niccolò}}. Quale?
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{{Sc|Stradino}}. Maestro Iacopo de’ Servi.
{{Sc|Stradino}}. Maestro Iacopo de’ Servi.


{{Sc|Niccolò}}. Come avete voi fatto ad averla, ché non vuole
{{Sc|Niccolò}}. Come avete voi fatto ad averla, ché non vuole che le sue cose vadino a processione?
che le sue cose vadino a processione?


{{Sc|Stradino}}. In modo d’archetti.
{{Sc|Stradino}}. In modo d’archetti.


{{Sc|Niccolò}}. A me farete voi un singularissimo piacere e ve
{{Sc|Niccolò}}. A me farete voi un singularissimo piacere e ve ne avrò obligo grandissimo.
ne avrò obligo grandissimo.


{{Sc|Stradino}}. Togliete; eccovela: ed è una delle belle cose che
{{Sc|Stradino}}. Togliete; eccovela: ed è una delle belle cose che si possin lèggere:
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si possin lèggere:
Quando ’l sol parte e l’ombra il mondo copre
<poem>
Quando ’l sol parte e l’ombra il mondo copre
e gli uomini e le fère
e gli uomini e le fère
3 ne l’alte selve e tra le chiuse mura
{{R|3}}ne l’alte selve e tra le chiuse mura
le loro asprezze piú crudeli e fère
le loro asprezze piú crudeli e fère
scordan, vinti dal sonno, e le lor opre,
scordan, vinti dal sonno, e le lor opre,