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per non impegnarsi, cred’io, in ricerche, le conseguenze delle quali potessero avere un’apparenza di contraddizione colle opinioni rispettate intorno all’età del mondo, prese il partito di accordare all’arena una strana preesistenza, e far che da essa generalmente sieno state formate le pietre; il che appunto è un dire che la farina preesistè al frumento1. Io ò trovato stranissimo che il grand’uomo, dopo d’avere riferito sopra l’origine delle arene il parere d’Aristotele e d’altri Antichi, che la ripetevano dalle montagne e dalle pietre distrutte, e dopo d’aver per necessità accordato che ad una parte di esse altro nascimento non si può dare, siasi spaventato della gran quantità e della situazione delle arene, così sotterranee come subacquee, ed abbiala creduta un ostacolo allo stabilimento dell’antica ragionevole opinione. Egli è ben vero che le pietre aggregate (fra le quali io metto anche le coti della più fina grana) riconoscono immediatamente l’origine loro dall’accozzamento delle sabbie, o delle arene minute: ma questo non prova che le sabbie non sieno nate dal disgregamento delle pietre. Non sarebb’egli un inconseguentissimo ragionatore colui che, prendendo in mano della sabbia del Po, si voltasse alle montagne, d’onde questo gran fiume discende, e dicesse «oh, adesso sì, ch’io ò capito di che si formano le montagne!» invece di dire «ò capito d’onde si

  1. Arenae usum praestant aequalem ut aliae terrae in eo quod originem praebeant lapidibus, et montibus; onde et patet arenam esse saxo priorem», Wall., Syst. Mineral., 1772, p. 101 e alla p. 107. Obs.