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Versione delle 18:29, 4 set 2020

è ben lungi dall’essere ricca, o in uno stato di sufficiente floridezza: perch’è troppo comune cosa il vedervi terreni incolti, e contadini oziosi.

Facendo delle osservazioni intorno alla storia fossile dell’Isola d’Arbe, mi sembrò di rinvenirvi qualche cosa d’assai curioso. La sommità della montagna è quasi piana, come vi ò accennato, ed in alcuni luoghi è depressa a foggia di catino. Esaminando con diligenza i massi di marmo che vi sono sparsi dipendentemente dagli strati, trovai, senza punto restarne meravigliato perchè frequentemente incontrai cosa simile, che in buona parte erano breccie; e mi compiacqui della maggior forza che acquistava la mia opinione sopra l’antico stato delle montagne di quelle contrade. Ciò che mi riuscì nuovo si fu l’incontrare su di quelle altezze grandissimi tratti di minuta arena, mescolata con una terra ocracea ferruginosa, deposta a strati regolarissimi, come son quelli che si formano dalle alluvioni de’ nostri fiumi reali. Volli esaminare sotto il microscopio quest’arena così stranamente situata su la cima d’una montagna in Isola; e trovai ch’ella è quarzosa, e manifestamente prodotta dal trituramento di materie staccate da montagne minerali.

Voi non vi scandalezzerete certamente, dottissimo amico, ch’io pronunzi con asseveranza che l’arena quarzosa viene dal trituramento de’ sassi montani portati giù da’ torrenti, e sminuzzati dall’assidua confricazione in seguendo il corso de’ fiumi. Le nostre acque di Lombardia, e il Po particolarmente, non ci lasciano dubitare di questo fatto, a cui la ragione sola potrebbe condurre un uomo, che non avesse mai veduto le sponde de’ gran fiumi lontane dalle sorgenti. I naturalisti del Nord, e fra questi il Wallerio celebratissimo e degno certamente della celebrità sua,