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più differentissimo da quello della montagna, e delle aggiacenze di essa. Come l’ossatura della montagna è tutta marmorea, così l’ossatura de’ colli è pell’ordinario arenosa. La cote vi predomina e spesso contiene ostraciti e lenticolari; lo strato esteriore suoi esserne facilmente dissolvibile. Le valli,, che dovrebbono trovarvisi second’ogni apparenza piene d’arena, sono provvedute d’un terreno eccellente, che à tanta porzione di minutissima sabbia, quanta n’è opportuna per tenerlo leggieri. Le acque sorgenti, assai ben distribuite dalla natura pell’Isola, vi mantengono una ragionevole umidezza, quando la state non sia eccessivamente arida, per modo che la cupa verdura de’ coffi vestiti di bosco, la lussureggiante frondosità delle viti, e la freschezza de’ seminati formano uno spettacolo veramente consolante ed ameno. L’Isola d’Arbe avrebbe tutto il necessario alla sussistenza della sua picciola popolazione, se l’agricoltura vi fosse esercitata da un popolo meno stupido e infingardo. Ad ogni modo però ella produce legna da bruciare, di cui si fanno molti carichi annualmente per Venezia, grani, oglio, vino eccellente, acquavite, e seta da tempi antichissimi, dando per cibo ai bachi le foglie del moro nero; manda fuori anche cuoi, lane, ed animali pecorini, porci, e cavalli di buona razza. Il mare incomincia ad esserle utile per le saline, che si lavorano sull’Isola, e danno abbondanza di buoni sali minuti; la pescagione poi de’ tonni, degli sgomberi, de’ lanzardi, e delle sardelle, ad onta dell’esservi malissimo e poltronamente trattata, fa un importante articolo del commercio degli Arbegiani, i quali (come tutto il resto della Dalmazia) trovano il loro conto nel vendere questo genere a’ forastieri, piuttosto che a’ Veneziani. Con tutti questi suoi prodotti naturali l’Isola