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Versione delle 17:27, 4 set 2020

di pezzi angolosi di marmo bianco, suscettibile di pulimento ugualissimo, legati insieme da un cemento di terra rossa lapidefatta; non vi è rara la breccia di color pavonazzo, irregolarissima nelle sue macchie, e degna d’adornare qualunque edificio nobile. Monsignor Blascovich, vescovo di Macarska, fece cavare tutte le colonne della nuova sua cattedrale, e tutti i gradini degli altari da questo luogo. Il solo difetto che vi si osserva dipende dalla cattiva scelta che ànno fatto gli scalpellini, condotti forse da uno spirito di malintesa economia a prescegliere la materia che prima venne loro alle mani, come la più comoda all’imbarco, Nel caso di voler mettere in opera il marmo d’una nuova cava, non si dee contare su lo strato esteriore, danneggiato pell’ordinario dall’ingiurie dell’aria e dal salso se trovisi in riva del mare, ma scoprirne più addentro un altro, e servirsi di quello. Le paste de’ marmi di Gelsa impiegate a Macarska sono bellissime, il pulimento loro acceso quanto quello delle più belle breccie che veggonsi impiegate a Roma, e che probabilmente vi furono trasportate dalla Dalmazia; ma il cemento, che forma l’aggregazione de’ pezzi, à sofferto un grado di deterioramento dall’essere esposto per lunga serie di secoli alle acque del cielo e del mare, al calore del sole, all’azione dell’aria: d’onde n’avviene che la levigatura di que’ lavori non à tutta la continuità e perfezione che se ne doveva aspettare. Farebbe d’uopo prendere le breccie di Gelsa qualche centinaio di passi lontano dal lido, e da una cava mediocremente profonda; la riuscita non mancherebbe di compensare ampiamente il picciolo accrescimento di dispendio. Per la Città di Venezia, che fa un consumo annuo di marmi riflessibilissimo, non sarebb’ella importante cosa l’averne piuttosto dall’isole della Dalmazia con pochissime spese,