Pagina:D'Annunzio - La beffa di Buccari, 1918.djvu/54: differenze tra le versioni
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Ecco il becco dell’ocarina. Siamo alla stretta. La mezzanotte è passata di trentacinque minuti. La canzone è finita. Prepariamo un’altra musica. Lo scafo è tutto una struttura di volontà occhiuta e armata. Il senso delle mani istintivamente si adatta già agli ordegni da adoperare. Ci sono reti? ci sono sbarre? |
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Si rallenta. Si tenta. Nessuna specie di ostruzioni. Si rasenta la punta Sersica. Si naviga a poche braccia dalla costa di ponente. Porto Re è al buio. La vigilanza giace. La batteria tace. |
Si rallenta. Si tenta. Nessuna specie di ostruzioni. Si rasenta la punta Sersica. Si naviga a poche braccia dalla costa di ponente. Porto Re è al buio. La vigilanza giace. La batteria tace. |
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«Che buona gente, questi Austriaci!» mi susurra Luigi Rizzo accostando al mio orecchio quella sua bietta mal rasa che gli è servita a fendere il fianco della ''Wien'' con un colpo solo. Ma non dice «buona gente» in verità. Mi scodella gli at- |
«Che buona gente, questi Austriaci!» mi susurra Luigi Rizzo accostando al mio orecchio quella sua bietta mal rasa che gli è servita a fendere il fianco della ''Wien'' con un colpo solo. Ma non dice «buona gente» in verità. Mi scodella gli {{Pt|at-|}} |