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I poeti raccolti nei due volumi son tutti quelli, che, dentro il
periodo approssimativamente compreso tra la metá del secolo XIII
e la metá del XIV, diedero opera, nell’agile forma del sonetto,
al cosi detto genere giocoso, e di esso alle specie e varietá della
poesia burlesca, satirica, realistica. Tutti quelli, s’intende, nella
cui opera fu prevalente il carattere testé determinato : ché, se
sonetti da non isconvenire ai qui adunati s’incontrano tra le rime
del Guinizelli, del Cavalcanti, di messer Cino da Pistoia, non
cambia, ciò non pertanto, la qualitá generica e complessiva della
loro lirica. Di ciascuno, poi, degli autori da me accolti furono
dati tutti senz’eccezione i sonetti, anche i non giocosi: ch’è quanto
dire, tolte poche canzoni (una del Faitinelli, quattro di messer Niccolò del Rosso, una del Ceccoli) ed una frottola (dell’ebreo Immanuel), tutta la produzione letteraria superstite; e venti sono codesti
autori, e ad essi corrispondono altrettante sezioni della raccolta.


Tra le quali s’intercalano altre quattro, che comprendono tenzoni tra vari rimatori, ed una s’aggiunge nel fine, costituita di
sonetti anonimi o di mal sicura attribuzione: venticinque sezioni
in tutto. Il loro ordine di successione è, o vuol essere, cronologico; e con tale criterio furon anche disposte, fin quanto risultò
possibile, le poesie di ciascuna sezione.


I poeti raccolti nei due volumi son tutti quelli, che, dentro il periodo approssimativamente compreso tra la metá del secolo XIII e la metá del XIV, diedero opera, nell’agile forma del sonetto, al cosí detto genere giocoso, e di esso alle specie e varietá della poesia burlesca, satirica, realistica. Tutti quelli, s’intende, nella cui opera fu prevalente il carattere testé determinato: ché, se sonetti da non isconvenire ai qui adunati s’incontrano tra le rime del {{AutoreCitato|Guido Guinizzelli|Guinizelli}}, del {{AutoreCitato|Guido Cavalcanti|Cavalcanti}}, di messer {{AutoreCitato|Cino da Pistoia|Cino da Pistoia}}, non cambia, ciò non pertanto, la qualitá generica e complessiva della loro lirica. Di ciascuno, poi, degli autori da me accolti furono dati tutti senz’eccezione i sonetti, anche i non giocosi: ch’è quanto dire, tolte poche canzoni (una del {{AutoreCitato|Pietro dei Faitinelli|Faitinelli}}, quattro di messer {{AutoreCitato|Niccolò de' Rossi|Niccolò del Rosso}}, una del {{AutoreCitato|Marino Ceccoli|Ceccoli}}) ed una frottola (dell’ebreo {{AutoreCitato|Immanuel Romano|Immanuel}}), tutta la produzione letteraria superstite; e venti sono codesti autori, e ad essi corrispondono altrettante sezioni della raccolta. Tra le quali s’intercalano altre quattro, che comprendono tenzoni tra vari rimatori, ed una s’aggiunge nel fine, costituita di sonetti anonimi o di mal sicura attribuzione: venticinque sezioni in tutto. Il loro ordine di successione è, o vuol essere, cronologico; e con tale criterio furon anche disposte, fin quanto risultò possibile, le poesie di ciascuna sezione.
In questi tra cinque e seicento sonetti, non pochi sono gl’inediti ; ma la maggior parte aveva giá goduto le cure diligenti e spesso
iterate della critica. Eppure di ciascuno ho studiato e costituito
nuovamente la lezione, ricorrendo sempre alle fonti; e oso sperare che le lunghe fatiche non siano state spese senza profitto.


In questi tra cinque e seicento sonetti, non pochi sono gl’inediti; ma la maggior parte aveva giá goduto le cure diligenti e spesso iterate della critica. Eppure di ciascuno ho studiato e costituito nuovamente la lezione, ricorrendo sempre alle fonti; e oso sperare che le lunghe fatiche non siano state spese senza profitto. Delle migliorie potrá agevolmente rendersi conto il lettore, {{Pt|con-|}}
Delle migliorie potrá agevolmente rendersi conto il lettore, con-