Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/271: differenze tra le versioni

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propie opere; imperò ch’egli è pieno, secondo la sua riputazione, e però non vi trova luogo la grazia. Noi veggiamo che chi vuole empiere alcuno vasello d’acqua del fiume o della fontana, sì lo ’nchina: così chi vuole attignere la divina grazia, non conviene che stia<ref>Ediz. 25: ''stea''; il Manoscritto: ''sia''. E in vece di ''erto'', la stampa del primo secolo: ''eretto''.</ref> erto per superbia, ma che si chini per umiltà. L’acqua da’ monti discende nelle valli basse, e quivi ragunandosi l’acque<ref>''L'acque'', non bisognevole al senso ma sì alla grammatica, non è nel Manoscritto.</ref> in abbondanzia, fanno fiume e copiose fontane; così l’abbondanzia della grazia discende alle valli della umiltà. Onde dice {{AutoreCitato|Agostino d'Ippona|santo Agostino}}: Quanto Maria più umile sedea,<ref>Nel Testo: ''umilemente.''</ref> tanto maggiore grazia ricevea. Ed è la ragione di ciò, imperò che la grazia data all’uomo, come ella fa crescere tutte l’altre virtù, così fa crescere l’umiltà, la quale crescendo, sempre diventa più capace e di maggiore tenuta a ricevere più della grazia. Anche l’umiltà, quanto più grazia riceve da Dio, tanto più vôta sé medesima, o vero la mente dov’ ell’è, riputandosi nulla. Onde colui che è veramente umile, non si tiene umile ma vile; e così vôtandosi e d’ogni altra cosa e di sé medesimo, diventa quello nichilo glorioso, nel quale Iddio si truova, e sanza il quale nulla virtù truova fondamento. Di questo nichilo ammaestrava Iesu Cristo, il quale per noi s’annichilò, come dice l’Appostolo: ''Exinanivit semetipsum;'' e quando dicea nel Vangelo: ''Cum feceritis omnia quoe proecepta sunt vobis, dicite: Servi inutiles sumus:'' Quando voi averete fatte tutte quelle cose che vi sono comandate, dite: Servi inutili siamo. Onde dicea il savio Ecclesiastico: ''Humiliare Deo, et expecta manum eius:'' Umiliati a Dio, e aspetta la sua mano. La seconda utilità che fa l’umílità all’uomo, si è ch’ella introduce nella mente sua sapienzia e dàgli conoscimento della verità. Onde dice Salamone ne’ Proverbi: ''Ubi humilitas, ibi sapientia:''
propie opere; imperò ch’egli è pieno, secondo la sua riputazione, e però non vi trova luogo la grazia. Noi veggiamo che chi vuole empiere alcuno vasello d’acqua del fiume o della fontana, sì lo ’nchina: così chi vuole attignere la divina grazia, non conviene che stia<ref>Ediz. 25: ''stea''; il Manoscritto: ''sia''. E in vece di ''erto'', la stampa del primo secolo: ''eretto''.</ref> erto per superbia, ma che si chini per umiltà. L’acqua da’ monti discende nelle valli basse, e quivi ragunandosi l’acque<ref>''L'acque'', non bisognevole al senso ma sì alla grammatica, non è nel Manoscritto.</ref> in abbondanzia, fanno fiume e copiose fontane; così l’abbondanzia della grazia discende alle valli della umiltà. Onde dice {{AutoreCitato|Agostino d'Ippona|santo Agostino}}: Quanto Maria più umile sedea,<ref>Nel Testo: ''umilemente.''</ref> tanto maggiore grazia ricevea. Ed è la ragione di ciò, imperò che la grazia data all’uomo, come ella fa crescere tutte l’altre virtù, così fa crescere l’umiltà, la quale crescendo, sempre diventa più capace e di maggiore tenuta a ricevere più della grazia. Anche l’umiltà, quanto più grazia riceve da Dio, tanto più vòta sé medesima, o vero la mente dov’ ell’è, riputandosi nulla. Onde colui che è veramente umile, non si tiene umile ma vile; e così vòtandosi e d’ogni altra cosa e di sé medesimo, diventa quello nichilo glorioso, nel quale Iddio si truova, e sanza il quale nulla virtù truova fondamento. Di questo nichilo ammaestrava Iesu Cristo, il quale per noi s’annichilò, come dice l’Appostolo: ''Exinanivit semetipsum;'' e quando dicea nel Vangelo: ''Cum feceritis omnia quoe proecepta sunt vobis, dicite: Servi inutiles sumus:'' Quando voi averete fatte tutte quelle cose che vi sono comandate, dite: Servi inutili siamo. Onde dicea il savio Ecclesiastico: ''Humiliare Deo, et expecta manum eius:'' Umíliati a Dio, e aspetta la sua mano. La seconda utilità che fa l’umílità all’uomo, si è ch’ella introduce nella mente sua sapienzia e dàgli conoscimento della verità. Onde dice Salamone ne’ Proverbi: ''Ubi humilitas, ibi sapientia:''