Pagina:Il Baretti - Anno III, n. 1, Torino, 1926.djvu/5: differenze tra le versioni

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Aleksjej Vassiljevic Koltsov 1809-1842 L’apparizione di fioltsòv è un avvenimento nella storia letteraria della Rustia, figli è il print»
{{ct|f=120%|1809-1842}}


L’apparizione di {{ac|Aleksej Vasil'evič Kol'cov|Koltsov}} è un avvenimento nella storia letteraria della Russia, figli è il primo ''naròdnik'': egli inizia quel vigoroso e schietto movimento poetico, genuinamente, e originalmente russo, per eccellenza nazionale e popolare di contenuto e, in parte, di forme, che va sotto il nome di ''narodnìcestvo'' (da naròd: popolo), che dalla terra e dalla vita dei contadini trasse l’humus suo più fecondo e i più vitali succhi, che in Koltsov, {{wl|Q208003|Nekràssov}}, {{wl|Q1392686|Nikitin}} ebbe rappresentanti più puri, ma a cui s’accostarono con alcuni lati dell’arte loro anche {{ac|Michail Jur'evič Lermontov|Lermontov}} (nella mirabile «Canzone del prode mercante Kalaznikov») e {{ac|Aleksej Konstantinovič Tolstoj|Aleksej Toltstòj}} e Mej e Màjkov.
naròdnik; egli inizia tjuel vigoroso e schietto movimento poetico, genuinamente, e. originaimente russo, per eccellenza nazionale e popolltre.


Nessuno più de Koltsov, per le sue origini e la sua vita, era chiamato ad aprir la serie dei poeti ''naròdniki''.
di contentilo e, in parte, di forme, che va sotto il nome di narodnìccst.vo (da narcxl: popolo), che dalla terra e dalla vita dei contadini trasse /’humus suo più fecondo e i più vitali succhi, che in fioltsòv, A’ekrtllsov, Nikitin ebbe» rappresentanti più puri, ma a cui s’accostarono con alcuni lati dell’arte loro anche Lermontov (nella mirabile «Canzone del prode, mercante fi afùsnikov») e Ateksjrj ToltStòj e Mej l’Màjkov..Ventuno più ih fioltsòv, per le sue uligini e la sua rifu, era chiamato ad aprir la serie dei jrnfi mi ràditi ki.


Non por/u grandi /torti aveva avuti la Russia pruno di /in — da Drnàvin a Xnkòv-ikìj, da Loliionòsuic a /’ùskinina questi tutti e gli astri minon intorno ad essi rotanti o anche solitari, -come liiìtjuskov l’Burnt t/nskij, ili cut già si discorse, t.rnn stati porti letterati l’raffinati e ■rulli, quando non aulici e cesarei, che tutti
Non pochi grandi poeti aveva avuti la Russia prima di lui — da {{??|Drnàvin}} a {{wl|Q157623|Zukovskij}}, da {{??|Loliionòsuic}} a {{AutoreCitato|Aleksandr Sergeevič Puškin|Pùskin}}}}ma questi tutti e gli astri minori intorno ad essi rotanti o anche solitari, -come Batjuskov e {{??|Baratynskj}}, di cui già si discorse, eran stati poeti letterati e raffinati e colti, quando non aulici e cesarei, che tutti avevan subito un lungo e profondo processo di formazione culturale, di arricchimento spirituale riflesso. Tutti, infatti, avevano invario grado e modo assimilato i tesori della cultura nazionale slava o, più ancora, quelli dell’antichità classica e quelli del contemporaneo Occidente europeo, soggiacendo a molteplici influssi stranieri (francese, italiano, inglese, tedesco): tutti, più o meno, avevan compiuto studi regolari e appreso a fondo svariate lingue moderne e più d’uno, magistralmente, il latino ed il greco.
<tvevan subito un lungo e profondo processo di forma:ione culturale, di arricchimento spirituale riflesso. Tutti, infatti, avevano iti vario grado t moda assimilato i tesori della cultura nazionale slava o, più ancora, quelli dell’antichità classica e- quelli del contemporaneo Occidente eura/ieo, soggiacendo a molteplici influssi stranieri (francese, italiano, inglese, tedesco); tutti, più o meno, avevan compiuto studi regolari e appreso a fondo svariati lingue moderne e /iiù d’uno, magistralmente, il latino ed il greco..Valili dì tutto ciò nello sviluppo intellettuale •di fioltsòv.


Nulla di tutto ciò nello sviluppo intellettuale di Koltsòv.
Figlio di Un pressói, o negoziante di bestiame, di Vornnh, egli non trovò in casa, fra la madre ignorante e il padre la cui istruzione non andava oltre l’abbaco e l’alfabeto, iti un ambiente di mercanti di buoi, di contadine c mandriani, nè esempi, nè incitamenti, nè aiuti, e nemmeno soverchia indulgenza, al suo nativo desiderio di apprendere. Dodicenne appena, il padre lo levò di scuola per farselo compagno ed assistente riti suoi giri d’incetta e di vendita del bestiame per campagne e borghi e mercati, giri che duravan settimane e. mesi; talvolta anche lo mandava solo con qualche gartone.


Figlio di un ''prassòl,'' o negoziante di bestiame, di Voronèz, egli non trovò in casa, fra la madre ignorante e il padre la cui istruzione non andava oltre l’abbaco e l’alfabeto, in un ambiente di mercanti di buoi, di contadine e di mandriani, nè esempi, nè incitamenti, nè aiuti, e nemmeno soverchia indulgenza, al suo nativo desiderio di apprendere. Dodicenne appena, il padre lo levò di scuola per farselo compagno ed assistente nei suoi giri d’incetta e di vendita del bestiame per campagne e borghi e mercati, giri che duravan settimane e mesi; talvolta anche lo mandava solo con qualche garzone.
In questa nomade vita, che lo forzava a vagare cacciandosi innanzi gli armenti, spesso dormendo a cielo scoperto, sempre a contatto di boari e pecorai e contadini c d’ùgni più umìle gente, il giovane fioltsòv si familiarizzò precocemente da un lato con la libera natura della selva, della sleppa e del campo, dall’altro eoa la rude laboriosa umanità che la popola, c 1‘amma delle, sue voci, e vi attinge speranze e gioie timori, ed ogni ragione della sua lieta a triste esistenza. E tutto ciò trovò un’eco nel suo spirito c rieeheggerà più tardi, cori vigore, fresche ita f originalità sorprendenti, dalle sue canzoni.

In questa nomade vita, che lo forzava a vagare cacciandosi innanzi gli armenti, spesso dormendo a cielo scoperto, sempre a contatto di boari e pecorai e contadini e d’ogni più umile gente, il giovane Koltsòv si familiarizzò precocemente da un lato con la libera natura della selva, della steppa e del campo, dall’altro con la rude laboriosa umanità che la popola, e l’anima delle sue voci, e vi attinge speranze e gioie e timori, ed ogni ragione della sua lieta a triste esistenza. E tutto ciò trovò un’eco nel suo spirito e riecheggerà più tardi, con vigore, freschezza e originalità sorprendenti, dalle sue canzoni.


fiosi quella natura e quella umanità furon U prime educatrici di fioltsòv, le sue prime maestre di verità, (Li suoni c di poesìa. Presto ri s’aggiunsero, compagni assidui dei suoi pellegrinaggi mercantili, i libri, acquistati col tenui pendio, O a lui prestati da amici, c letti andamenti prima fiabe e leggende popolanevmc, come «Il rcuccio Bovà», «firuslàn Lazo rude* o • Le mille e una notte», poi i versi di Dmitriev, celebrato autore di fiabe. e di favole, buon traduttore di La Fontaine, alleato ed emulo di Karamzin. L’influenza d,i Dmitriev fu decisiva per l’avvenire poetica di fioltsòv, perchè dalla lettura dei suoi versi e dall’appassionato ddetto dir ne trasse gli venne Ir spinta a scrivere la prima poesia.
fiosi quella natura e quella umanità furon U prime educatrici di fioltsòv, le sue prime maestre di verità, (Li suoni c di poesìa. Presto ri s’aggiunsero, compagni assidui dei suoi pellegrinaggi mercantili, i libri, acquistati col tenui pendio, O a lui prestati da amici, c letti andamenti prima fiabe e leggende popolanevmc, come «Il rcuccio Bovà», «firuslàn Lazo rude* o • Le mille e una notte», poi i versi di Dmitriev, celebrato autore di fiabe. e di favole, buon traduttore di La Fontaine, alleato ed emulo di Karamzin. L’influenza d,i Dmitriev fu decisiva per l’avvenire poetica di fioltsòv, perchè dalla lettura dei suoi versi e dall’appassionato ddetto dir ne trasse gli venne Ir spinta a scrivere la prima poesia.
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(o •pensieri»), poesie con pretese filosofiche, in cui fioltsòv volle alzarsi, senza alcuna adeguata preparazione, all’esame dei più ardui problemi e che sono senza dubbio la parte più debole dell’opera sua.
(o •pensieri»), poesie con pretese filosofiche, in cui fioltsòv volle alzarsi, senza alcuna adeguata preparazione, all’esame dei più ardui problemi e che sono senza dubbio la parte più debole dell’opera sua.


Le felici, originalissime pjcsni, che valsero a fioltsòv il nome, più o meno appropriato, di Burns russo, eran giù tradotte iti varie lingue europee. Noi diamo oggi sul Barotti alcune delle migliori di esse, in attesa d’ima prossima occasionedi presentare ai lettori italiani le altre, che qui non possono trovar posto. ’ Alfredo Poliedro.
Le felici, originalissime pjcsni, che valsero a fioltsòv il nome, più o meno appropriato, di Burns russo, eran giù tradotte iti varie lingue europee. Noi diamo oggi sul Barotti alcune delle migliori di esse, in attesa d’ima prossima occasionedi presentare ai lettori italiani le altre, che qui non possono trovar posto.


{{a destra|Alfredo Polledro.}}<section end="s1" />
NOTTE Senza guardarmi in vìbo, ella mi cantava corno il geloso marito batteva la moglie sua.


E nella finestra la luna in silenzio luco versava:


<section begin="s2" />{{ct|f=130%|v=1|NOTTE}}
di voluttuosi sogni era la notte piena!


<poem>Senza guardarmi in viso,
Appena il verde giardino sotto il monte nereggiava; cupa figura a noi da quello guardava.
ella mi cantava
come il geloso marito
batteva la moglie sua.


E nella finestra la luna
Sorridendo, egli dente contro dente batteva; di rovente scintilla il suo occhio brillava.
in silenzio luce versava:
di voluttuosi sogni
era la notte piena!


Appena il verde giardino
Ecco, egli a noi vieno, come quercia grande...
sotto il monte nereggiava;
cupa figura a noi
da quello guardava.


Sorridendo, egli
E quel fantasma era di lei il marito tristo...
dente contro dente batteva;
di rovente scintilla
il suo occhio brillava.


Ecco, egli a noi viene,
Per lo ossa mie scorse un gelo; io stesso non so come al pavimento mi abbarbicai.
come quercia grande...
E quel fantasma era
di lei il marito tristo...


Per lo ossa mie
Ma tosto che egli la mano alla porta mise, io mi azzuffai con lui, ed egli morto cadde.
scorse un gelo;
io stesso non so come
al pavimento mi abbarbicai.


Ma tosto che egli
«Che mai tu, cara, tutta qua! foglia tremi I e con infantile orrore a lui guardi?
la mano alla porta mise,
io mi azzuffai con lui,
ed egli morto cadde.


«Che mai tu, cara,
Onuai noti più egli ci farà la posta, non più verrà ornai di mezzanotte all’ora!»...
tutta qual foglia tremi?
e con infantile orrore
a lui guardi?


Ormai non più egli
— Ah, non è già cho io., la mente s’intorba...
ci farà la posta,
non più verrà ormai
di mezzanotte all’ora!»...


— Ah, non è già che io..
Sempre due mariti a me sono presenti:
la mente s’intorba...
Sempre due mariti a me
sono presenti:


sul pavimento l’uno
aul pavimento l’uno tutto nel sangue giace, e l’altro — guarda — là nel giardino uta I Il bosco (Alla memoria di A. S. Puskin) Perche, selvaggio bosco, ti sei fatto pensoso 1 di mestizia scura ti sei annebbiato?
tutto nel sangue giace,
e l’altro — guarda —
là nel giardino sta!</poem><section end="s2" />

<section begin="s3" />{{ct|f=130%|v=1|Il bosco}}
{{ct|f=110%|(Alla memoria di A. S. Puskin)}}

Perche, selvaggio bosco, ti sei fatto pensoso 1 di mestizia scura ti sei annebbiato?


Perchè, Atletico Bovà (1), incantate, con discovorta testa nella lotta, ristai a cupo chino, e non combatti con la passeggera nuvolosa procella?
Perchè, Atletico Bovà (1), incantate, con discovorta testa nella lotta, ristai a cupo chino, e non combatti con la passeggera nuvolosa procella?
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(2) Il Ijèscij, o spirito boschereccio, selvaggio o malefico, che sghignazza nelle selve e trae il viandante nel più folto di 03se, ò una dell© duo principali divinità naturali, dalla mitologi» finnica trasmesse agli antichi slavi, ancora eemipagani l’altra è il vodjanòj, o spirito dell© acque.
(2) Il Ijèscij, o spirito boschereccio, selvaggio o malefico, che sghignazza nelle selve e trae il viandante nel più folto di 03se, ò una dell© duo principali divinità naturali, dalla mitologi» finnica trasmesse agli antichi slavi, ancora eemipagani l’altra è il vodjanòj, o spirito dell© acque.


(3) Lett.: «non con grand© montagna», ma credo, in questo caso, di dover tradurrò liberamente, seguondo solo lo spirito dell’originale.
(3) Lett.: «non con grand© montagna», ma credo, in questo caso, di dover tradurrò liberamente, seguondo solo lo spirito dell’originale.<section end="s3" />


<section begin="s4" />{{ct|f=130%|v=1|IL RACCOLTO}}


IL RACCOLTO Di rossa fiamma l’aurora avvampò; sul volto della terra la nebbia striscia.
Di rossa fiamma l’aurora avvampò; sul volto della terra la nebbia striscia.


S’acceso il giorno del fuoco solare, radunò la nebbia sopra il vertice doi monti, l’addensò in nuvola nera, la nuvola nera s’aggrottò, 8’aggrottò come impensierita, quasi ricordasse la sua patria...
S’acceso il giorno del fuoco solare, radunò la nebbia sopra il vertice doi monti, l’addensò in nuvola nera, la nuvola nera s’aggrottò, 8’aggrottò come impensierita, quasi ricordasse la sua patria...<section end="s4" />