Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/73: differenze tra le versioni

 
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{{capolettera|[[file:Biografie dei consiglieri comunali di Roma (page 73 crop).jpg|50px|L]]| |-40px}}a più splendida gemma che sul fronte brilla d’Italia è Roma. — E da Roma disse un italiano illustre dovrà uscire unità d’incivilimento, e l’armonia che stringerà tutte le genti in un patto di amore, onde la fraternità dei popoli ne dimanerà come sorgente di felicità umana, e il sole del progresso procederà quindi in suo glorioso cammino. Roma è la terra predestinata dalla eternità dei secoli alle cose grandi, e sotto questo cielo pieno d’''una luce, ''che ha il raggio dell’anima'', come si esprime un chiarissimo scrittore italiano, luce di orizzonti senza termine e di una vita che non conosce l’occaso, su questo suolo che vi ragiona di estinti come fossero vivi, le cui tombe equivalgono ad altari, e dove la stessa caducità non si manifesta col vestìgio della morte innanzi alla maestà del Campidoglio, all’augusta maraviglia del Vaticano, all’arcano e sublime terrore che parte dal Colosseo, ognuno scorge un infinito di memorie e di speranze'', un passato ed un avvenire che la gloriosa immortalità di Roma presentano, onde lo stesso {{AutoreCitato|Johann Wolfgang von Goethe|Goethe}} il poeta filosofo dell’Alemagna venuto in Roma esclamava; «''io mi trovo con gioja e rapimento sul suolo classico dove il passato e il presente mi parlano con forte voce e seduttrice''.» E svolgendo gli storici volumi della città eterna veggiamo essere anche stata sempre la culla d’uomini che non solo ebbero grandezza di natali, ma potenza di genio, splendore supremo di virtù, e le orme di se medesimi lasciarono immortali. — Ed è appunto per le glorie antiche e nuove di Roma, per i raggi che dalla medesima si dispandono al mondo, per l’aureola che la circonda siccome {{Pt|Capi-|}}
{{capolettera|[[file:Capolettera L - Biografie dei consiglieri comunali di Roma (page 73 crop).jpg|50px|L]]| |-40px}}a più splendida gemma che sul fronte brilla d’Italia è Roma. — E da Roma disse un italiano illustre dovrà uscire unità d’incivilimento, e l’armonia che stringerà tutte le genti in un patto di amore, onde la fraternità dei popoli ne dimanerà come sorgente di felicità umana, e il sole del progresso procederà quindi in suo glorioso cammino. Roma è la terra predestinata dalla eternità dei secoli alle cose grandi, e sotto questo cielo pieno d’''una luce, ''che ha il raggio dell’anima'', come si esprime un chiarissimo scrittore italiano, luce di orizzonti senza termine e di una vita che non conosce l’occaso, su questo suolo che vi ragiona di estinti come fossero vivi, le cui tombe equivalgono ad altari, e dove la stessa caducità non si manifesta col vestìgio della morte innanzi alla maestà del Campidoglio, all’augusta maraviglia del Vaticano, all’arcano e sublime terrore che parte dal Colosseo, ognuno scorge un infinito di memorie e di speranze'', un passato ed un avvenire che la gloriosa immortalità di Roma presentano, onde lo stesso {{AutoreCitato|Johann Wolfgang von Goethe|Goethe}} il poeta filosofo dell’Alemagna venuto in Roma esclamava; «''io mi trovo con gioja e rapimento sul suolo classico dove il passato e il presente mi parlano con forte voce e seduttrice''.» E svolgendo gli storici volumi della città eterna veggiamo essere anche stata sempre la culla d’uomini che non solo ebbero grandezza di natali, ma potenza di genio, splendore supremo di virtù, e le orme di se medesimi lasciarono immortali. — Ed è appunto per le glorie antiche e nuove di Roma, per i raggi che dalla medesima si dispandono al mondo, per l’aureola che la circonda siccome {{Pt|Capi-|}}