Racconti storici/Il bravo e la dama: differenze tra le versioni

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Milo giojoso e beato della conquista che teneva in pugno, s'avviò alla taverna dell'Olmo; giacchè, sebbene tenesse ogni cosa rigorosamente ai compagni, aveva piacere di lasciar loro intravedere alcun che sulla propria fisionomia, che indicasse il possesso d'un secreto, il quale altamente lo interessava.
 
Era piena quel giorno la città di un'avventura, accaduta nella notte ad insigne personaggio spagnuolo, che copriva la prima carica di Milano, il quale per fare, non si sa, se grata od ingrata sorpresa ad una bella dama, aveva voluto entrarle in casa mascherato, e gli era stata appoggiata una bastonatura delle più solenni, ad onta del ducato, del marchesato, del don e del y, che fregiavano il suo nome. I Bravi dell'Olmo non parlavano essi pure che di tal fatto. Dai comenti, che sopra gli faceva ciascuno a proprio capriccio, volse agevolmente il discorso ad altri simiglianti eventi; ed uscì fuori una serie di storielle e d'aneddoti relativi ad amorose imprese andate alla peggio per gli eroi protagonisti.
 
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