Racconti storici/Il bravo e la dama: differenze tra le versioni

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Quella sera Milo evitare voleva di recarsi alla taverna dell'Olmo, consueto loro luogo di convegno; ma scontrato dagli amici fu quasi a forza colà condotto; ed ivi fra le tazze, le carte e i dadi gli gridarono: - Prendi la mandola e canta, Biondo, canta. - Egli per tal'arte aveva il vanto su tutti e soleva intrattenere e rallegrare la brigata s'accompagnando con un mandolone, ch'era del taverniere, e stava appeso alle pareti presso la di lui cappa.
 
Milo rispose: "Non ne ho voglia, non posso: ho già cantato abbastanza questa sera in Porta Romana".
 
"Eh! A chi cantasti? (disse l'uno) forse alla Leonora, la fiorentina, che vende le polveri e l'acqua nanfa alla crocetta di San Calimero?".
 
"Corpo d'un sagro! (esclamò un altro, stringendo le carte in pugno e percotendo con una forte palmata il tavolo) alla Fiorentina ci parlo io ... Vorrei sapere chi ci pretende! Vedete quest'orletto cremisi del giustacuore? me lo ha fatto lei; lei con quelle sue manine benedette, che spargono profumi ... e se qualcuno ci volesse bazzicaare, sangue di ...."
 
"Che bestemmi tu? (gridò un terzo). Tienti pure la tua profumata Fiorentina; chè mi saprai dire che capo è, quando conterai le berlinghe