Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/65: differenze tra le versioni

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amplificano il sapere dire una cosa in piú modi, e perché manifestano con la similitudine la cosa ignota; la quale, in quanto saputa, è ben dell’intelletto, benché in sé ria. E quando non amplificano né dichiarano, sono brutti gli traslatati, come gli drappi di Gabrina vecchia dell’Ariosto, vestita di vesti belle; ed è come il papato in chi deve esser cuoco, dove fa bruttezza doppia: ché mostra mal governo e mal’elezione, e di due bande ignoranza, rovina, ecc.

amplificano il sapere dire una cosa in piú modi, e perché mani-
festano con la similitudine la cosa ignota; la quale, in quanto
saputa, è ben dell’intelletto, benché in sé ria. E quando non
amplificano né dichiarano, sono brutti gli traslatati, come gli drappi
di Gabrina vecchia dell’Ariosto, vestita di vesti belle; ed è come
il papato in chi deve esser cuoco, dove fa bruttezza doppia :
ché mostra mal governo e mal’elezione, e di due bande igno-
ranza, rovina, ecc.
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Or, se beltade è di bontá apparenza,
:Or, se beltade è di bontá apparenza,
sará oggetto a quei sensi sol, che lungi
sará oggetto a quei sensi sol, che lungi
scorgono, come all’occhio ed all’udito,
scorgono, come all’occhio ed all’udito,
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il bello è bene, e se, com’ella aspira,
il bello è bene, e se, com’ella aspira,
Sofia s’accoppia al Senno suo marito.
Sofia s’accoppia al Senno suo marito.
Cosi beltá di ninfa al vago in atto
Cosí beltá di ninfa al vago in atto
d’amor ristretta affatto,
d’amor ristretta affatto,
di di o di notte fatto,
di o di notte fatto,
passa in giocondo ben, donde ella aspira.
passa in giocondo ben, donde ella aspira.
Bontá fruisce Amor, bellezza ammira.
Bontá fruisce Amor, bellezza ammira.
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se quel moto amplia, ond’e’ vive e gode;
se quel moto amplia, ond’e’ vive e gode;
ma il strano offende, e lo sbatte, e non molce.
ma il strano offende, e lo sbatte, e non molce.
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Dichiara che, sendo beltá un segnale del bene, non si può dire
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bella una cosa, se non rispetto a chi di lontano la sente per mezzo
Dichiara che, sendo beltá un segnale del bene, non si può dire bella una cosa, se non rispetto a chi di lontano la sente per mezzo di quel segnale. Però all’udito ed alla vista, che di lungi sentono, il bello è oggetto; e cosí all’intelletto e sensi interiori, che di fuori hanno l’oggetto. Ma a’ sensi, che hanno l’oggetto a sé unito, il bello non è bello, né si dice «bello», ma «buono», «dilettevole». Questo si pruova per esempio di tanti che sentono gran diletto quando contemplano, e ’l Verbo divino si congiunge a lor Sofia,
di quel segnale. Però all’udito ed alla vista, che di lungi sentono,
il bello è oggetto; e cosi all’intelletto e sensi interiori, che di fuori
hanno l’oggetto. Ma a’ sensi, che hanno l’oggetto a sé unito, il
bello non è bello, né si dice «bello», ma «buono», «dilettevole».
Questo si pruova per esempio di tanti che sentono gran diletto
quando contemplano, e ’l Verbo divino si congiunge a lor Sofia,
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