Racconti storici/Ingelinda o la suora benedettina: differenze tra le versioni

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"Quando, trascorsi più di sei mesi, feci ritorno a casa, trovai mia madre estenuata, languente. Nel lungo amplesso con cui m'accolse inondandomi di lagrime, mi rimproverava la prolungata assenza. Le sue parole erano spine al mio cuore; appena rimanemmo sole, mi gettai di nuovo nelle sue braccia e tutto le feci aperto il secreto amor mio. Ella m'ascoltò intenerita, poscia mi domandò ripetutamente s'io non temeva che si celasse sotto le dolci parole menzogna o tradimento - Madre le dissi, se approvate il nostro amore verrà egli stesso a ripetere i suoi giuri innnazia a voi. - Ebbene (rispose dessa) s'egli è uomo secondo il tuo cuore il cielo adempia le vostre promesse. - Venne: mia madre lo vide, l'ascoltò, e ben presto l'amò qual figlio; e di chi quell'angelo non s'avrebbe guadagnato l'affetto? Fu allora stabilito ch'entro un anno sarei divenuta sua sposa".
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"Se vostra madre assentiva perchè frapporre tanto indugio alle nozze?"
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"Ohimè! Quello spazio di tempo fu giudicato indispensabile. A capo ad un anno il mio Guido diveniva per età signore di sè stesso, per ciò potendo farmi sua liberamente, non temeva, s'anco si dimostrasse sottomesso al genitore, che questi fosse per rigettare la sua inchiesta e rifiutare di ricevermi per nuora. Nè m'era grave l'attendere: egli presso che ogni giorno approdava veleggiando a Lesa o vi veniva sul suo corsiero. Io gli usciva incontro e alla sua vista il mio cuore tremava e addoppiava i palpiti con tanta veemenza che pareva volesse uscirmi dal petto; giunto a me vicino riconducevami lungo il lido a casa, rimanendo quivi con noi sino all'imbrunire. I suoi accenti affettuosi e fervidi erano per me un balsamo soave, e valevano a temperare la pena che mi stava in petto per lo stato infelice della mia povera madre."
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"La sua salute continuava dunque ad essere mal ferma? Dopo il vostro ritorno era a sperarsi che le di lei infermità si dissipassero".
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"Al contrario, i di lei patimenti ogni dì s'aumentavano, e la vedeva deperire ad onta delle mie più assidue cure. Mia però un lamento uscì dalla sua bocca; e quand'io accorgendomi ch'ella pur tanto soffirva, prorompendo in pianto dirotto nascondeva la mia faccia tra le sue coltri. - Non t'addolorare Ingelinda (mi diceva accarezzandomi), i miei mali saranno di breve durata, e s'ho a morire muojo contenta giacchè ti lascio affidata al più virtuoso giovine, al più leale dei cavalieri, il quale formerà la consolazione di tutti i tuoi giorni, ciò che fu sempre l'unica meta de' miei desiderj. - Ah madre adorabile se sapeste che il cielo ben lungi dal verificare le vostre parole mi rese la più afflitta di tutte le creature! che per la vostra Ingelinda non corsero più che giorni d'amarezza e di pianto!".
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"Sventurata fanciulla! ... Ma ancora non intendo".
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"Udite. Ruppe in quel tempo la guerra tra gli Svizzeri collegati con quei di Francia e il Duca. Una grossa banda nemica sbucando dalle montagne improvvisamente invase i confini dell'Ossola. Tosto tutto il paese fu in armi: il mio Guido, pel primo chiamato dal padre a capitanare la schiera, lasciare mi dovette e partire. Io non vi potrei dipingere il mio stato: peggiorava gravemente mia madre; dalle novelle che provenivano dall'alta valle sapevasi che le zuffe s'avvicendavano sanguinosissime. Ad ogni tratto soldati mutilati o feriti passavano a drappelli da Lesa: io faceva porgere loro tutti quei soccorsi che meglio poteva, e ansiosa chiedeva ad essi dell'amor mio. - Egli è la prima spada del campo (rispondevami) combatte da valoroso e cerca d'opporre un argine possente al soverchiare de' nemici".
 
 
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