Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/258: differenze tra le versioni

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che vi acconsentan placidi e contenti
che vi acconsentan placidi e contenti
i genitori tuoi: per me non altra
i genitori tuoi: per me non altra
gioja esser può, che di appagar tue brame.
gioja esser può, che di appagar tue brame.
Mirra+ Sí, dolce sposo; ch’io giá tal ti appello;
;Mirra
Sí, dolce sposo; ch’io giá tal ti appello;
se cosa io mai ferventemente al mondo
se cosa io mai ferventemente al mondo
bramai, di partir teco al nuovo sole
bramai, di partir teco al nuovo sole
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rimedio, il sol, che asciugherá per sempre
rimedio, il sol, che asciugherá per sempre
il mio finor perenne orribil pianto.
il mio finor perenne orribil pianto.
Pereo+ Strano, inaudito è il tuo disegno, o Mirra:
;Peréo
deh! voglia il ciel, ch’ei non t’incresca un giorno!
Strano, inaudito è il tuo disegno, o Mirra:
Pur, benché in cor lusinga omai non m’entri
deh! voglia il ciel, ch’ei non t’incresca un giorno! Pur,
benché in cor lusinga omai non m’entri
d’esserti caro, in mio pensier son fermo
d’esserti caro, in mio pensier son fermo
di compier ciecamente ogni tua brama.
di compier ciecamente ogni tua brama.
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che per te sola io serbo (questa vita,
che per te sola io serbo (questa vita,
cui tolta io giá di propria man mi avrei,
cui tolta io giá di propria man mi avrei,
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