Pagina:Leopardi - Canti, Piatti, Firenze 1831.djvu/52: differenze tra le versioni

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<section begin="2" />''[[Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Ne la stagion che 'l ciel rapido inchina#PastorRVF|i raggi Del gran pianeta al nido ov’egli alberga]]''. Siccome in questi altri{{ref|''st''. I.|b}} seguì la sentenza di quei filosofi che per virtù di raziocinio e di congettura indovinavano gli antipodi: ''[[Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Ne la stagion che 'l ciel rapido inchina#StagionRVF|Ne la stagion che ’l ciel rapido inchina Verso occidente, e che ’l dì nostro vola A gente che di là forse l’aspetta]]''. Dove quel ''forse'', che oggi non si potrebbe dire, è notabilissimo e poetichissimo, perocché lasciava libero all’immaginazione di figurarsi a modo suo quella gente sconosciuta, o d’averla in tutto per favolosa; dal che si dee credere che, leggendo questi versi, nascessero di quelle concezioni vaghe e indeterminate, che sono effetto principalissimo ed essenzialissimo delle bellezze poetiche, anzi di tutte le maggiori bellezze del mondo.,, ''Dall’edizione di Bologna.''{{#tag:references||group=b|}}
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(3) ,, <section begin="3" />Si ha rispetto alla congiuntura della morte del {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}} accaduta in tempo che disponevano d’incoronarlo in Campidoglio. ,, ''Dall’edizione di Bologna''.<section end="3" />
(3) <section begin="3" />„Si ha rispetto alla congiuntura della morte del {{AutoreCitato|Torquato Tasso|Tasso}} accaduta in tempo che disponevano d’incoronarlo in Campidoglio. ''Dall’edizione di Bologna''.<section end="3" />