Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/19: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Centrato|LETTERA SECONDA
{{Ct|f=120%|v=1|t=3|L=0px|LETTERA SECONDA }}
{{Ct|f=100%|v=1|L=0px|{{Sc|del dottore Giuseppe Taddei al signor Attilio Tilli}} }}

{{Smaller block|class=is|[Circa l’abitudine di trascurare i rimedi medici quando il male è incipiente, e di ricorrervi soltanto quando esso è assai inoltrato.]}}
DEL DOTTORE GIUSEPPE TaDDEI AL SIGNOR ATTILIO TiLLI
Se la furia magna delle sue faccende non dura piú di quattro mesi l’anno, perchè, signor Attilio, non fa Ella un miglior uso degli altri otto di riposo ch’Ella s’ha di sopra via? Otto mesi di riposo, o almeno di poca faccenda, non sono mica una bagattella, veh! E’ bastano e strabastano perchè Vossignoria s’accinga da buono e vero cristiano a racconciarsi gli umori nel corpo, soverchio sbilanciati dai quattro faticosi mesi. Un mangiar leggiero, un bere rinfrescativo, un dormire a gambe tese, un esercizio moderato, un perfetto abbandono d’ogni cura e d’ogni fastidio, pare a me... Che pare e che non pare? Non v’è in Firenze quel dottor Targioni, che la cede di tanto poco ai taumaturghi gesuiti e francescani? Perchè voler esser malato quando si sta di casa nella stessa parrocchia di quell’eccellentissimo? Costa egli tanto il porsi nelle sue mani o il chiederne almeno i consigli?

[Circa l’abitudine di trascurare i rimedi medici quando il male è incipiente, e di ricorrervi soltanto quando esso è assai inoltrato.]}}

Se la furia magna delle sue faccende non dura piú di quattro mesi l’anno, perchè, signor Attilio, non fa Ella un miglior uso degli altri otto di riposo ch’Ella s’ha di sopra via? Otto mesi di riposo, o almeno di poca faccenda, non sono mica una bagattella, vch! E’ bastano e strabastano perchè Vossignoria s’accinga da buono e vero cristiano a racconciarsi gli umori nel corpo, soverchio sbilanciati dai quattro faticosi mesi. Un mangiar leggiero, un bere rinfrescativo, un dormire a gambe tese, un esercizio moderato, un perfetto abbandono d’ogni cura e d’ogni fastidio, pare a me... Che pare e che non pare? Non v’è in Firenze quel dottor Targioni, che la cede di tanto poco ai taumaturghi gesuiti e francescani? Perchè voler esser malato quando si sta di casa nella stessa parrocchia di quell’eccellentissimo? Costa egli tanto il porsi nelle sue mani o il chiederne almeno i consigli?


— Taci, Taddei, che tu predichi a’ porri! — A’ porri, eh! al piú gran porro ch’io m’abbia nell’orto! Ma cosí son fatti gli uomini! Inerti e mentecatti per natura, e’ voglion essere negligenti e straccurati anche quando si tratta della salute, che dovrebbe pur essere la loro prima premura. Basta s’abbiano tanto di lena da reggersi oggi sulle loro gambe, perchè non ci sia piú verso di farli pensare alla domane. Ha Vossignoria veduto mai a’ suoi di un uomo con un dente guasto, che abbia voluto farselo cavare quando non gli doleva? Gli è quando non duole che un dente guasto andrebbe cavato, perchè allora la gingia non è gonfia, non è intormentita dalla infiammazione. Eppure, signor no, ch’io non voglio mi si cavi! Oh,
— Taci, Taddei, che tu predichi a’ porri! — A’ porri, eh! al piú gran porro ch’io m’abbia nell’orto! Ma cosí son fatti gli uomini! Inerti e mentecatti per natura, e’ voglion essere negligenti e straccurati anche quando si tratta della salute, che dovrebbe pur essere la loro prima premura. Basta s’abbiano tanto di lena da reggersi oggi sulle loro gambe, perchè non ci sia piú verso di farli pensare alla domane. Ha Vossignoria veduto mai a’ suoi di un uomo con un dente guasto, che abbia voluto farselo cavare quando non gli doleva? Gli è quando non duole che un dente guasto andrebbe cavato, perchè allora la gingia non è gonfia, non è intormentita dalla infiammazione. Eppure, signor no, ch’io non voglio mi si cavi! Oh,