Pagina:Salgari - La Città dell'Oro.djvu/109: differenze tra le versioni

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L’operatore prese l’estremità di quel membro che emetteva di tratto in tratto dei getti di sangue, impugnò il coltello, recise nettamente l’osso, poi tagliò i brandelli di carne con una maestria ammirabile e senza che il ferito emettesse un solo gemito.
L’operatore prese l’estremità di quel membro che emetteva di tratto in tratto dei getti di sangue, impugnò il coltello, recise nettamente l’osso, poi tagliò i brandelli di carne con una maestria ammirabile e senza che il ferito emettesse un solo gemito.


Livellata la mutilazione, prese un po’ di muschio secco, lo bagnò copiosamente con un liquido che era racchiuso in una zucca, lo applicò sul moncherino, poi vi sovrappose uno strato di creta e fasciò il tutto con alcune foglie ed una liana.
Livellata la mutilazione, prese un po’ di musco secco, lo bagnò copiosamente con un liquido che era racchiuso in una zucca, lo applicò sul moncherino, poi vi sovrappose uno strato di creta e fasciò il tutto con alcune foglie ed una liana.


Era tempo: lo sventurato, indebolito dalla perdita di sangue, si era lasciato cadere sull’erba, emettendo un profondo sospiro.
Era tempo: lo sventurato, indebolito dalla perdita di sangue, si era lasciato cadere sull’erba, emettendo un profondo sospiro.


— Ecco fatto — disse Velasco.
— Ecco fatto, — disse Velasco.