Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/12: differenze tra le versioni
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— Allora saprai, — disse gravemente il vecchio signore, — che si può essere zii, senza essere marchesi. |
— Allora saprai, — disse gravemente il vecchio signore, — che si può essere zii, senza essere marchesi. |
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— Ah, ah, sicuro! — rispose il servitore, facendo bocca da ridere. — Ma egli è che i Gonzaga... scusi, illustrissimo! I Gonzaga sono... i Gonzaga, e portano |
— Ah, ah, sicuro! — rispose il servitore, facendo bocca da ridere. — Ma egli è che i Gonzaga... scusi, illustrissimo! I Gonzaga sono... i Gonzaga, e portano d’oro con tre fasce di nero. — |
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Il vecchio guardò con atto di stupore quel servo, che gli blasonava con tanta sicurezza lo scudo. |
Il vecchio guardò con atto di stupore quel servo, che gli blasonava con tanta sicurezza lo scudo. |
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— Come? — disse poi; — saresti un dilettante di araldica? |
— Come? — disse poi; — saresti un dilettante di araldica? |
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— Che vuole, illustrissimo! — replicò umilmente quell’altro. — Servendo i gran signori, ci si piglia anche un’infarinatura di quest’arte. |
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— Di bene in meglio! Sentimi dunque. Hai tu veduto mai uno stemma come questo: cuor |
— Di bene in meglio! Sentimi dunque. Hai tu veduto mai uno stemma come questo: cuor d’oro in campo d’argento? |
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— Ella scherza, illustrissimo. Non si può metter mica metallo sopra metallo. |
— Ella scherza, illustrissimo. Non si può metter mica metallo sopra metallo. |
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