Pagina:Torriani - Cara speranza, Milano, Chiesa, 1896.djvu/161: differenze tra le versioni
Divudi85: split |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 50% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||{{Sc|silenzi d’amore.}}|153|riga=si}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<nowiki /> |
<nowiki /> |
||
Poi vennero i discorsi musicali. La Contessa era nervosa; voleva che le opere si musicassero su libretti in prosa. La poesia era una puerilità. |
Poi vennero i discorsi musicali. La Contessa era nervosa; voleva che le opere si musicassero su libretti in prosa. La poesia era una puerilità. Perchè misurare il pensiero sopra un metro, contarci le parole, fissarci le cadenze? Questo era ufficio della musica. Ed anche essa doveva essere semplice, naturale, senz’artificio; un lungo recitativo, filato, drammatico. Lì sui due piedi, ridusse in prosa da parodia, la CELESTE AIDA ed il CIEL O MAR! della Gioconda, e volle che Fausto cantasse le sue arie così. |
||
⚫ | |||
Perchè misurare il pensiero sopra un metro, contarci le parole, fissarci le cadenze? Questo era ufficio della musica. Ed anche essa doveva essere semplice, naturale, senz'artificio; un lungo recitativo, filato, drammatico. Lì sui due piedi, ridusse in prosa da parodia, la CELESTE AIDA ed il CIEL O MAR! della Gioconda, e volle che Fausto cantasse le sue arie così. |
|||
⚫ | |||
Poi la Contessa gli strinse la mano per ringraziarlo, e quella stretta di mano lunga, espressiva, lo fece tremare di gioia. |
Poi la Contessa gli strinse la mano per ringraziarlo, e quella stretta di mano lunga, espressiva, lo fece tremare di gioia. |