Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/461: differenze tra le versioni

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trascrivere la dedica generale al cav. Francesco Sproni di tutto quel gruppo di componimenti.


{{Smaller block|f=90%|In mezzo alle dispute dei partigiani dell’antica poesia pastorale e della moderna, io do i miei idilli alla luce. I freddi copiatori delle frasi, non della delicatezza di Teocrito e di Virgilio gli biasimeranno forse per ricercati; e gli amatori dello spirito del secolo e del frizzo francese gli accuseranno di semplicitá. Io mi contento di aver imitata la natura, e non trascurata quell’arte, che tanto piú si rende difficile quanto meno apparisce. Era tempo che i poeti d’Italia, divenuta, non so per qual fatale decadenza, serva delle nazioni, cessassero di tradurre gli ''Idilli'' di Gesner e ardissero d’inventare su l’antiche tracce di Bione e di Mosco. Se le mie forze non avranno corrisposto ai desidèri, servirò almeno di sprone a qualche ingegno felice, trattenuto finora dai pregiudizi e dalla consuetudine. Sarò abbastanza contento di aver risvegliata la mia nazione dal letargo in cui dorme, e di averla richiamata a quei tempi immortali d’invenzione e di lode, che, malgrado gli sforzi degli altri popoli, la rendono piú gloriosa.}}
trascrivere la dedica generale al cav. Francesco Sproni di tutto
quel gruppo di componimenti.


Sorvolando su qualche opuscoletto pubblicato tra il 1785 e il 1792, noterò una «nuova edizione corretta ed accresciuta» delle ''Poesie'' , pubblicata, per l’appunto nel 1792, a Livorno presso Carlo Giorgi, con la direzione (come sappiamo da Giovanni Rosini) dell’autore medesimo. Contiene, in piú della precedente ediz.: ''Odi'' {{Sc|i}}, 21; {{Sc|ii}}, 22; {{Sc|i}}, 22; {{Sc|i}}, 23; {{Sc|i}}, 39 [cfr. {{Sc|Or}}., ''Epod''., 16]; {{Sc|i}}, 42; {{Sc|i}}, 14; {{Sc|i}}, 24; {{Sc|i}}, 29; ''Scherzi'', 9; ''Notti'', 2-3; ''Idilli'', 10-1; ''Sciolti'', 4-5. Per converso, mancano ''Odi'', {{Sc|ii}}, 7; Idilli, 15.
In mezzo alle dispute dei partigiani dell’antica poesia pastorale e della
moderna, io do i miei idilli alla luce. I freddi copiatori delle frasi, non
della delicatezza di Teocrito e di Virgilio gli biasimeranno forse per ricercati; e gli amatori dello spirito del secolo e del frizzo francese gli accuseranno di semplicitá. Io mi contento di aver imitata la natura, e non
trascurata quell’arte, che tanto piú si rende difficile quanto meno apparisce. Era tempo che i poeti d’Italia, divenuta, non so per qual fatale
decadenza, serva delle nazioni, cessassero di tradurre gli Idilli di Gesner
e ardissero d’inventare su l’antiche tracce di Bione e di Mosco. Se le mie
forze non avranno corrisposto ai desidèri, servirò almeno di sprone a qualche ingegno felice, trattenuto finora dai pregiudizi e dalla consuetudine.
Sarò abbastanza contento di aver risvegliata la mia nazione dal letargo
in cui dorme, e di averla richiamata a quei tempi immortali d’invenzione e
di lode, che, malgrado gli sforzi degli altri popoli, la rendono piú gloriosa.


Dopo una materiale, ma fedele ristampa di questa ediz., fatta in Rimini, nel 1797, presso Giacomo Marsoner, e qualche opuscoletto, che è inutile indicare, venne pubblicata nel 1800 una nuova serie di poesie del F.: «''Le | odi | di'' | {{Sc|Giovanni Fantoni}} | cognominato | Labindo | Italia [Genova] | anno ultimo del secolo {{Sc|xviii}} | presso Angelo Tessera» (pp. vm-38 in-4é ), dedicata «a coloro il di cui cuore e le di cui mani non si contaminarono nell’ultimo decennio del secolo {{Sc|xviii}}»; contenente una prima decuria (non seguita da altre) di odi (''Odi'', {{Sc|i}}, 40; {{Sc|ii}}, 42, 46; {{Sc|i}}, 47; {{Sc|ii}}, 34; ''Varie'', 4; ''Odi'', {{Sc|ii}}, 40, 43, 45, 48); e preceduta dalla seguente prefazione:
Sorvolando su qualche opuscoletto pubblicato tra il 1785 e il
{{Ct|f=100%|v=1|t=1|L=0px|{{Sc|Labindo agli amici della lirica poesia}}}}
1792, noterò una «nuova edizione corretta ed accresciuta» delle
{{Smaller block|f=90%}}Per aderire alle premure di pochi amici, vi offro in nitida edizione di caratteri bodoniani alcune odi oraziane, che, nella perdita della massima parte de’ miei mss., la mia memoria ha salvato dalla distruzione di un anno tanto fatale all’Italia e troppo infame nei fasti dei popoli civilizzati. Costretto a ricercare in me stesso le varie correzioni che loro ho fatte
Poesie , pubblicata, per l’appunto nel 1792, a Livorno presso Carlo
Giorgi, con la direzione (come sappiamo da Giovanni Rosini)
dell’autore medesimo. Contiene, in piú della precedente ediz.:
Odi 1, 21; 11, 22; 1, 22; 1, 23; 1, 39 [cfr. Or., Epod., 16]; 1, 42; 1,
14; 1, 24; 1, 29; Scherzi, 9; Notti, 2-3; Idilli, 10-1; Sciolti, 4-5.
Per converso, mancano Odi, 11, 7; Idilli, 15.

Dopo una materiale, ma fedele ristampa di questa ediz., fatta
in Rimini, nel 1797, presso Giacomo Marsoner, e qualche opuscoletto, che è inutile indicare, venne pubblicata nel xSoo una nuova
serie di poesie del F.: «Le | odi | di | Giovanni Fantoni | cognominato | Labindo | Italia [Genova] | anno ultimo del secolo xvm |
presso Angelo Tessera» (pp. vm-38 in-4 0 ), dedicata «a coloro il di
cui cuore e le di cui mani non si contaminarono nell’ultimo decennio del secolo xviii»; contenente una prima decuria (non seguita da altre) di odi {Odi, r, 40; 11, 42, 46; 1, 47; 11, 34; Varie, 4;
Odi, n, 40, 43, 45, 48); e preceduta dalla seguente prefazione:

Labindo agli amici della lirica poesia

Per aderire alle premure di pochi amici, vi offro in nitida edizione
di caratteri bodoniani alcune odi oraziane, che, nella perdita della massima parte de’ miei mss., la mia memoria ha salvato dalla distruzione di
un anno tanto fatale all’Italia e troppo infame nei fasti dei popoli civilizzati. Costretto a ricercare in me stesso le varie correzioni che loro ho fatte
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