Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799/Capitolo XXXVIII: differenze tra le versioni

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{{§|La storia di una rivoluzione|La storia di una rivoluzione non è tanto storia dei fatti quanto delle idee. Non essendo altro una rivoluzione che l'effetto delle idee comuni di un popolo, colui può dirsi di aver tratto tutto il profitto dalla storia, che a forza di replicate osservazioni sia giunto a saper conoscer il corso delle medesime.}} Nell'individuo la storia dei fatti è la stessa che la storia delle idee sue, perché egli non può esser in contraddizione con se stesso. Ma, quando le nazioni operano in massa (e questo è il vero caso della rivoluzione), allora vi sono contraddizioni ed uniformitá, simiglianze e dissimiglianze; e da esse appunto dipende il tardo o sollecito, l'infelice o felice evento delle operazioni.
 
La congiura di Baccher, l'occupazione di Procida, i rapidi progressi dell'insorgenza aveano scossi i patrioti, e, nella notte profonda in cui fino a quel punto avean riposati tranquilli sulle parole dei generali francesi e del governo, videro finalmente tutto il pericolo onde erano minacciati. Il primo sentimento di un uomo che sia o che tema di esser offeso è sempre quello della vendetta, la quale, se diventa massima di governo, produce il terrorismo.