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{{W|Giuseppe Sapeto|{{Pt|seppe|Giuseppe}} Sapeto}}, già dimorante in Etiopia e fra i Dancali, e spinto anche da un voto delle camere di commercio riunite in Genova, autorizzò il professore suddetto ad acquistare dal sultano Berehan di Raehita la baia di Assab, e l’isola vicina di Damarkiè, per conto della ditta Rubattino, anticipando per tale acquisto la somma di lire 47,000 che gli fu poi restituita.
{{W|Giuseppe Sapeto|{{Pt|seppe|Giuseppe}} Sapeto}}, già dimorante in Etiopia e fra i Dancali, e spinto anche da un voto delle camere di commercio riunite in Genova, autorizzò il professore suddetto ad acquistare dal sultano Berehan di Raehita la baia di Assab, e l’isola vicina di Damarkiè, per conto della ditta {{Wl|Q3417346|Rubattino}}, anticipando per tale acquisto la somma di lire 47,000 che gli fu poi restituita.


Tale acquisto cagionò vive proteste dall’Egitto e dalla Turchia, che vantavano su quei luoghi dei diritti di sovranità; per cui il Governo d’allora, temendo delle complicazioni internazionali in un momento in cui si stava per compiere la liberazione di Roma ed infuriava la gigantesca guerra franco-germanica, rinunziò all’idea vagheggiata di stabilire regolarmente il suo dominio sul territorio acquistato, limitandosi a conservare la sua protezione ed i suoi incoraggiamenti al Rubattino.
Tale acquisto cagionò vive proteste dall’Egitto e dalla Turchia, che vantavano su quei luoghi dei diritti di sovranità; per cui il Governo d’allora, temendo delle complicazioni internazionali in un momento in cui si stava per compiere la liberazione di Roma ed infuriava la gigantesca guerra franco-germanica, rinunziò all’idea vagheggiata di stabilire regolarmente il suo dominio sul territorio acquistato, limitandosi a conservare la sua protezione ed i suoi incoraggiamenti al Rubattino.