Sommario della storia d'Italia/1517: differenze tra le versioni

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In Italia, in questo tempo, erono le cose assai quiete: e dopo la morte di Lorenzo, il Papa volle che a governo di Firenze venisse il cardinal Medici, il quale, per la prudenzia e bontà che aveva dimostro da' teneri anni insino a quel tempo, era in quella città ed amato e riverito.
 
Poi che Carlo fu tornato in Alemagna, attese a fare le cerimonie consuete, e indisse una dieta di tutti i Principi a Vormacia<ref>La città di Worms. ''N.d.C.''</ref>. Francesco, parendogli aver fermo in Inghilterra, desiderava fermare il Papa, il quale, sendogli morto il fratello e il nipote, non aveva da cercare stati per gli suoi, ma desiderava bene d'acquistare per la Chiesa, e riavere Parma e Piacenzia; e quando Francesco non gli volessi rendere queste, almanco gli aiutassi pigliare Ferrara. Il che parendo a Francesco difficile per la qualità del sito, e del Duca che aveva danari assai, e intendeva della guerra; e non volendo ancora uno Principe, che gli era suto sempre amico, senza giusta causa offendere; teneva il Papa in parole. Il quale era afflitto da un'altra materia di grnade importanza, che era, che Martin Luter, già frate di Santo Agostino, ed uomo assai litterato, col favore del duca di Sassonia, predicava in quella provincia in pubblico, che i Vescovi sono pari al Papa, e molte altre cose eretiche e scandalose. E la sua dottrina era udita volentieri, ed aveva molti fautori, non solo in Sassonia, ma in tutta Germania. Leone faceva ogni instanzia che Cesare castigassi Martino, e facessi ogni opera d'estinguere la sua setta: ed era da lui pasciuto di buona speranza.
 
Come Cesare fu partito di Spagna, molte città presono l'arme non contro a lui, ma contro a' Governatori; e di quali furono cacciati, e di quali morti; e feciono quelli popoli tra loro intelligenzia, e chiamoronla la Santa Giunta. Ma è stata o gran prudenzia o gran fortuna quella di Carlo; perchè i Principi, il più delle volte, quando non fanno le guerre in persona, le sogliono perdere: ed a lui non è occorso così; ma sempre che ha commesso ad altri è stato vittorioso. Era questa Giunta da temere: perchè i popoli, sebbene dicono in principio fare fare contro a' Governatori; come hanno battuto i Governatori, giudicono avere offeso il Principe e fanno una aperta ribellione. I Signori di Spagna, benchè fussino male contenti del governo de' Fiamminghi, temettono tanto che i popoli non prevalessino contro ai nobili, che s'unirono insieme; e feciono una gagliarda difesa contro alla Giunta: ed il costume de' popoli è essere ne' principii feroci, ma presto raffreddarsi e non essere concordi; e però i Principi quando una città e quando un'altra di qualità, che in poco tempo ridussono tutta Ispagna a ubbidienza di Cesare, e d'accordo si pacificorono, e rimessono la pena di quelli ch'erono suti capi di quei tumulti, alla deliberazione di Cesare quando egli venissi in Ispagna. Dove, sendo pacificato, gli crebbe il desiderio di potere disporre d'Italia; e seguitava con ogni instanzia tirare a sè il Papa: e per gratificarlo citò Martin Luter a Vormazia, dove teneva la Dieta. E non volendo comparire sanza salvacondotto gliene dette: e poi che fu comparso, ed ebbe disputato la sua dottrina, l'ammunì che dovessi tornare alla via vera, e desistessi da calunniare il Pontefice e li altri prelati della chiesa Romana; e quando non lo facessi, minacciò di di gastigarlo: aggiungendo che non gli mancherebbe modo d'averlo altra volta nelle mani senza salvocondotto. Luter stette nella sua pertinacia; ed a Carlo bastò avere gratificato il Papa, col fare dannare nella Dieta la dottrina sua; e si scusò di non potere procedere più oltre, rispetto al salvocondotto. Ma la verità fu, che, conoscendo che il Papa temeva molto di questa dottrina di Luter, lo volle tenere in questo freno.