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{{RigaIntestazione||''LA BURLA RETROCESSA''|351|s=si}}

{{sc|Gottardo}}. Perchè vi ho da dar trenta paoli, se io non so niente del desinare?

{{sc|Oste}}. Signor, perdoni, parlo con tutto il rispetto; se ella per sorte non avesse presentemente il danaro, e non volesse, o non potesse ora pagarmi, son galantuomo, si accomodi, e mi basta la sua parola; ma se mi nega il debito, con tutto il rispetto, con tutta la riverenza, vado subito a ricorrere alla giustizia.

{{sc|Gottardo}}. No, fermatevi. Venite qui. Vedo anch’io che sono stato soverchiato, ed a me tocca a pagar la soverchieria. Son galantuomo, e vi pagherò; vi prometto che vi pagherò...

{{sc|Oste}}. E quando le occorre, non ha che a comandare, ed io mi darò l’onore di servirlo.

{{sc|Gottardo}}. Lasciatemi dire. Volete ch’io paghi, non ho mangiato, e per trenta paoli non potrò nemmeno parlare?

{{sc|Oste}}. Scusi, perdoni, parli. In che cosa la posso servire?

{{sc|Gottardo}}. Vorrei almeno sapere chi è quello che a nome mio vi ha ordinato il pranzo.

{{sc|Oste}}. Mi pare di averglielo detto. Il suo signor fratello.

{{sc|Gottardo}}. Ed io ho da pagare?

{{sc|Oste}}. Ho servito al di lei nome, in casa sua; la mia roba si è ritrovata nel di lei armadio.

{{sc|Gottardo}}. Avete ragione, e vi pagherò. Ma ditemi in cortesia. Non lo conoscete quello che mi ha fatto l’onore di passare per mio fratello?

{{sc|Gottardo}}. Era grande o piccolo?

{{sc|Oste}}. {{Ids|(Dirà la statura di Agapito.)}}

{{sc|Gottardo}}. Vestito con un abito... {{Ids|(secondo l'abito di Agapito)}}

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