Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/272: differenze tra le versioni

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{{sc|Barbara}}. In verità, signor avvocato, se non fossi prevenuta in
vostro favore, mi fareste giudicar molto male di voi.


{{sc|Barbara}}. In verità, signor avvocato, se non fossi prevenuta in vostro favore, mi fareste giudicar molto male di voi.
{{sc|Avvocato}}. Voi v’ offendete male a proposito.

{{sc|Avvocato}}. Voi v’offendete male a proposito.


{{sc|Barbara}}. Delle persone onorate non si dubita a questo segno.
{{sc|Barbara}}. Delle persone onorate non si dubita a questo segno.


{{sc|Avvocato}}. Don Flaminio m’ ha incaricato...
{{sc|Avvocato}}. Don Flaminio m’ha incaricato...


{{sc|Barbara}}. Di che v’ha egli incaricato? d’insultarmi, di faticarmi
{{sc|Barbara}}. Di che v’ha egli incaricato? d’insultarmi, di faticarmi perchè mi stanchi di tollerare, e gli renda la libertà? Ditegli che si serva come gli pare, che calcolo il mio decoro più delle sue ricchezze, e che non compro la mia fortuna a costo di soffrire le impertinenze che voi mi dite.
perchè mi stanchi di tollerare, e gli renda la libertà? Ditegli
che si serva come gli pare, che calcolo il mio decoro più delle
sue ricchezze, e che non compro la mia fortuna a costo di
soffrire le impertinenze che voi mi dite.


{{sc|Avvocato}}. (Cospetto ! Mi sono male impicciato !) {{Ids|(da sè)}}
{{sc|Avvocato}}. (Cospetto! Mi sono male impicciato!) {{Ids|(da sè)}}


{{sc|Barbara}}. Avete altro da comandarmi ?
{{sc|Barbara}}. Avete altro da comandarmi?


{{sc|Avvocato}}. Vorrei pregarvi...
{{sc|Avvocato}}. Vorrei pregarvi...


{{sc|Barbara}}. Di che ? signore. {{Ids|(con sdegno)}}
{{sc|Barbara}}. Di che? signore. {{Ids|(con sdegno)}}


{{sc|Avvocato}}. Di rasserenarvi un poco, d’ ascoltarmi e di perdonarmi.
{{sc|Avvocato}}. Di rasserenarvi un poco, d’ascoltarmi e di perdonarmi.


{{sc|Barbara}}. Oh sì signore, v’ ho perdonato, e non ne parliamo
{{sc|Barbara}}. Oh sì signore, v’ho perdonato, e non ne parliamo mai più.
mai più.


{{sc|Avvocato}}. Anzi vorrei che mi permetteste di dirvi...
{{sc|Avvocato}}. Anzi vorrei che mi permetteste di dirvi...
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{{sc|Barbara}}. Che cosa?
{{sc|Barbara}}. Che cosa?


{{sc|Avvocato}}. Che meritate moltissimo, e che per essere la sposa
{{sc|Avvocato}}. Che meritate moltissimo, e che per essere la sposa di don Flaminio...
di don Flaminio...


{{sc|Barbara}}. No, no, signore. Non ne sono ancor degna, ne par-
{{sc|Barbara}}. No, no, signore. Non ne sono ancor degna, ne parleremo<ref>Ed. Zatta: ''parlaremo''.</ref>, quando avrò date le prove dell’esser mio.
leremo O, quando avrò date le prove dell’esser mio.


{{sc|Avvocato}}. Io credo alle vostre parole.
{{sc|Avvocato}}. Io credo alle vostre parole.
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{{sc|Avvocato}}. (Mi pento quasi d’essermi imbarazzato). {{Ids|(da sè)}}
{{sc|Avvocato}}. (Mi pento quasi d’essermi imbarazzato). {{Ids|(da sè)}}
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{{sc|Tognina}}. Signora, è un forestiere che vi domanda.
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{{sc|Barbara}}. Un forestiere? Chi è?
{{sc|Barbara}}. Un forestiere? Chi è?


{{sc|Tognina}}. Non lo so. E un uomo piuttosto avanzato, coi suoi
{{sc|Tognina}}. Non lo so. È un uomo piuttosto avanzato, coi suoi capelli...
capelli...
(1) Ed. Zatla : parlatemo.
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