Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/264: differenze tra le versioni

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{{Ct|c=scena|SCENA XVII.}}
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{{Ct|c=personaggi|Lindoro, poi Zelinda.}}
{{Ct|c=personaggi|Lindoro, poi Zelinda.}}
{{sc|Lindoro}}. Da che mai può essere provenuto quest’accidente? Io
{{sc|Lindoro}}. Da che mai può essere provenuto quest’accidente? Io non credo d’averne colpa. Fo quel che posso per contentarla. Fremo in me stesso, e non lo dimostro, inghiotto il veleno, mi mordo le labbra, ed ancora non faccio niente. In verità sono disperato.
non credo d’averne colpa. Fo quel che posso per contentarla.
Fremo in me stesso, e non lo dimostro, inghiotto il veleno, mi
mordo le labbra, ed ancora non faccio niente. In verità sono
disperato.


{{sc|Zelinda}}. {{Ids|( Viene senza dir niente, e senza veder Lindoro, va all’armadio,)}}
{{sc|Zelinda}}. {{Ids|( Viene senza dir niente, e senza veder Lindoro, va all’armadio, lo apre, cambia il fazzoletto bagnato in uno asciutto e netto; e chiude l’armadio.)}}
lo apre, cambia il fazzoletto bagnato in uno asciutto e netto; e chiude
l’armadio.


{{sc|Lindoro}}. (Scoprendola) Eccola qui. Zelinda. {{Ids|(dolcemente la chiama)}}
{{sc|Lindoro}}. X(Scoprendola) Eccola qui. Zelinda. {{Ids|(dolcemente la chiama)}}


{{sc|Zelinda}}. {{Ids|(Non risponde, si copre gli occhi col fazzoletto, e vuol partire.)}}
{{sc|Zelinda}}. {{Ids|(Non risponde, si copre gli occhi col fazzoletto, e vuol partire.)}}
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{{sc|Lindoro}}. Come state? Come vi sentite?
{{sc|Lindoro}}. Come state? Come vi sentite?


{{sc|Zelinda}}. Sto bene, mi sento bene; bene benissimo che non posso
{{sc|Zelinda}}. Sto bene, mi sento bene; bene benissimo che non posso star meglio. {{Ids|(ironicamente, e rabbiosetta)}}
star meglio. {{Ids|(ironicamente, e rabbiosetta)}}


{{sc|Lindoro}}. Bevete un poco di questo spirito di melissa, {{Ids|(teneramente)}}
{{sc|Lindoro}}. Bevete un poco di questo spirito di melissa. {{Ids|(teneramente)}}


{{sc|Zelinda}}. No, non ne voglio. {{Ids|(afflitta)}}
{{sc|Zelinda}}. No, non ne voglio. {{Ids|(afflitta)}}
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{{sc|Zelinda}}. No, non ne ho bisogno. {{Ids|(afflitta)}}
{{sc|Zelinda}}. No, non ne ho bisogno. {{Ids|(afflitta)}}


{{sc|Lindoro}}. Via, cara, fatelo per l’amor che portate al vostro caro
{{sc|Lindoro}}. Via, cara, fatelo per l’amor che portate al vostro caro marito, al vostro caro Lindoro, che v’ama tanto, che vi vuol tanto bene, che siete l’idolo suo, il suo bene, la sua vita.
marito, al vostro caro Lindoro, che v’ama tanto, che vi vuol
tanto bene, che siete l’idolo suo, il suo bene, la sua vita.


{{sc|Zelinda}}. {{Ids|(Dò in un dirotto di pianto senza dir niente.)}}
{{sc|Zelinda}}. {{Ids|(Dò in un dirotto di pianto senza dir niente.)}}


{{sc|Lindoro}}. Oimè! Cos’è questo? Povero me! Zelinda mia, per
{{sc|Lindoro}}. Oimè! Cos’è questo? Povero me! Zelinda mia, per carità, ditemi, cos’avete?
carità, ditemi, cos’avete?


{{sc|Zelinda}}. No, ingrato, che non m’amate. {{Ids|(piangendo)}}
{{sc|Zelinda}}. No, ingrato, che non m’amate. {{Ids|(piangendo)}}


{{sc|Lindoro}}. Oh cieli! è possibile che possiate dirlo? che possiate
{{sc|Lindoro}}. Oh cieli! è possibile che possiate dirlo? che possiate pensarlo? V’amo, v’adoro, siete l’anima mia.
pensarlo? V amo, v’adoro, siete l’anima mia.


{{sc|Zelinda}}. No, non lo posso credere, e non lo credo, {{Ids|(piangendo)}}
{{sc|Zelinda}}. No, non lo posso credere, e non lo credo. {{Ids|(piangendo)}}


{{sc|Lindoro}}. Ah che colpo è questo per me? Son disperato, Zelinda
{{sc|Lindoro}}. Ah che colpo è questo per me? Son disperato, Zelinda mia non mi crede; il mio cuor, le mie viscere, il mio tesoro. Anima mia, per carità, per pietà. {{Ids|(si mette in ginocchio)}}
mia non mi crede; il mio cuor, le mie viscere, il mio tesoro.
Anima mia, per carità, per pietà. {{Ids|(si mette in ginocchio)}}