Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/73: differenze tra le versioni

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Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
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{{RigaIntestazione||''IL MOLIERE''|63|s=si}}
{{RigaIntestazione||''IL MOLIERE''|63}}
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<poem>
{{poem t|
Vivere non mi lascia un sol momento in pace;
Vivere non mi lascia un sol momento in pace;
Mi batte, mi minaccia, m’insulta, e mai non tace.
Mi batte, mi minaccia, m’insulta, e mai non tace.
Mi struggo, mi divoro, non so quel che mi faccia.
Mi struggo, mi divoro, non so quel che mi faccia.
Com’è possibil mai, che sulla scena i’ piaccia?
Com’è possibil mai, che sulla scena i’ piaccia?
Moliere.+ <ref>Comincia nell’ed. Bett. la sc. IX.</ref> Deh serenate, o cara, i vostri amati rai:
;Moliere.
<ref>Comincia nell’ed. Bett. la sc. IX.</ref> Deh serenate, o cara, i vostri amati rai:
A togliervi di pene la guisa io meditai.
A togliervi di pene la guisa io meditai.
Isabella.+ Moliere, oh ciel!<ref>Bett.: ''Oh Dio''!</ref> Mi sento mancare a poco a poco.
;Isabella.
Moliere.+ Nutrite, o mia speranza, nutrite il vostro foco.
Moliere, oh ciel!<ref>Bett.: ''Oh Dio''!</ref> Mi sento mancare a poco a poco.
;Moliere.
Nutrite, o mia speranza, nutrite il vostro foco.
Lasciate che a Parigi torni la Real Corte;
Lasciate che a Parigi torni la Real Corte;
Della madre a dispetto vi farò<ref>Bett. e Pap.: ''sarete''.</ref> mia consorte.
Della madre a dispetto vi farò<ref>Bett. e Pap.: ''sarete''.</ref> mia consorte.
;Isabella.
Isabella.+ E quanto aspettar deggio?
Moliere.+8 Non più d’un mese appena.
E quanto aspettar deggio?
Isabella.+ Soffrire ancora un mese dovrò cotanta pena?
;Moliere.
{{gap|8em}}Non più d’un mese appena.
;Isabella.
Soffrire ancora un mese dovrò cotanta pena?
Possibile non credo lo sforzo a questo core.
Possibile non credo lo sforzo a questo core.
Valerio.+ (La povera fanciulla si sente un grand’ardore).
;Valerio.
Moliere.+ Precipitar, mia cara, non deesi un’opra tale.
(La povera fanciulla si sente un grand’ardore).
}}
;Moliere.
Precipitar, mia cara, non deesi un’opra tale.
</poem>
{{Ct|t=1.5|v=1|SCENA XIII<ref>Sc. X nell'ed. Bett.</ref>.}}
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{{Ct|f=100%|v=1|L=0px|''La'' {{Sc|Bejart}} ''e detti''.}}
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<poem>
{{poem t|
Bejart.+ (Molier parla a Isabella?) {{Ids|(osservando in disparte)|r}}
;Bejart.
Moliere.+8 Io sono un uom leale.
(Molier parla a Isabella?) {{Ids|(osservando in disparte)|r}}
;Moliere.
{{gap|8em}}Io sono un uom leale.
{{Ids|(in tuono pedantesco, vedendo la Bejart)|r}}
{{Ids|(in tuono pedantesco, vedendo la Bejart)|r}}
L’amor vostro, figliuola, convien metter da banda.
L’amor vostro, figliuola, convien metter da banda.
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Udite un che vi parla, pien di paterno zelo.
Udite un che vi parla, pien di paterno zelo.
(Ecco la genitrice); vi benedica il cielo. {{Ids|(parte)|r}}
(Ecco la genitrice); vi benedica il cielo. {{Ids|(parte)|r}}
;Isabella.
Isabella.+ (Comprendo il cambiamento).
Valerio.+9 (È un comico perfetto).
(Comprendo il cambiamento).
Bejart.+ Di Molier non mi fido. Vivrò sempre in sospetto.
;Valerio.
{{gap|9em}}(È un comico perfetto).
;Bejart.
Di Molier non mi fido. Vivrò sempre in sospetto.
Andiamo. {{Ids|(a Isabella)|r}}
Andiamo. {{Ids|(a Isabella)|r}}
;Isabella.
Isabella.+3 V’obbedisco.
}}
{{gap|3em}}V’obbedisco.
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