Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/222: differenze tra le versioni

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-<poem>
-{{ct|c=scena|SCENA QUINTA}}
-{{ct|c=personaggi|Creonte.}}
+{{Ct|f=115%|v=1|SCENA QUINTA}}
-— Ogni pretesto così tolto io spero
+{{Ct|f=100%|v=1|L=0px|{{Sc|Creonte.}}}}
+{{poem t|
+— Ogni pretesto cosí tolto io spero
 ai malcontenti. Io ben pensai: cangiarmi
 non dovea, che così;... tutto ad un tempo
-salvo ho cosi. Reo mormorar di plebe
+salvo ho cosí. Reo mormorar di plebe
-da impazienza naturai di freno
+da impazíenza natural di freno
 nasce; ma spesso di pietà si ammanta.
 Verace, o finta, è da temersi sempre
-pietà di plebe; or tanto più, che il figlio
+pietá di plebe; or tanto piú, che il figlio
 instigator sen fa. — Vero è, pur troppo! —
-Per ingannar la sua mortai natura,
+Per ingannar la sua mortal natura,
 crede invano chi regna, o creder finge,
 che sovrumana sia di re la possa:
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 trema chi fa tremar. — Ma, esperta mano
 prevenir non si lascia: un colpo atterra
-Pidol del volgo, e in un suo ardir, sua speme,
+l’idol del volgo, e in un suo ardir, sua speme,
 e la indomabil non saputa forza. —
 Ma qual fragor suona intorno? Oh! d’arme
 qual lampeggiar vegg’io? Che miro? Emone
 d’armati cinto?... incontro a me? — Ben venga;
 in tempo ei vien.
+}}
-{{ct|c=scena|SCENA SESTA}}
-{{ct|c=personaggi|Creote, Emone, Seguaci d’Emone.}}
-;Creon.
+{{Ct|f=115%|v=1|SCENA SESTA}}
-Figlio, che fai?
+{{Ct|f=100%|v=1|L=0px|{{Sc|Creote, Emone, Seguaci d’Emone.}}}}
-;Emone
+{{poem t|
-Che figlio?
+Creon.+7 Figlio, che fai?
+Emone+14 Che figlio?
 Padre non ho. D’un re tiranno io vengo
 l’empie leggi a disfar: ma, per te stesso
 non temer tu; ch’io punitor non vengo
 de’ tuoi misfatti: a’ Dei si aspetta: il brando,
+}}
-</poem>
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+</div>
-<references/></div>