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I. Considerazioni generali sui tempi e sulla vita di M.A. De Dominis

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I. Considerazioni generali sui tempi e sulla vita di M.A. De Dominis
Proemio Proemio - II. Primo periodo teologico della sua vita

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I.


Considerazioni generali sui tempi e sulla vita

di M. A. De Dominis.


Il giorno 24 luglio di quest’anno 1883, trovandomi in Roma, io visitava per la prima volta la Mole Adriana. Cercava di ricostruirne coll’immaginazione l’antica splendida forma, le statue rotolate o lanciate negli assedi, le sale, i dipinti, la tomba dell’imperatore situata nel centro; mentre invece da quei lugubri antri stillanti lacrime ascose mi si affacciava, piena di strani terrori, una lunga storia di schiavitù e di delitti. Da quelle muraglie enormi, da quelle tenebre dense di immagini e di pensieri, il Medio Evo guarda in silenzio. È questa la vecchia Bastiglia della libertà e della scienza, dell’arte e della bellezza. E non vi ha italiano, nè straniero che, aggirandosi per i suoi anditi maestosi, non evochi ad un tratto le figure di Crescenzio, di Arnaldo da Brescia, di Stefano Porcari; e non oda, fra i tetri macigni e le porte basse e massiccie, l’ultimo lamento di Beatrice Cenci, o la toscana bestemmia di Benvenuto Cellini. [p. iv modifica]

Nessuno tuttavia cerca e nessuno saprebbe indicare1 la prigione ove morì Marco Antonio De Dominis, Arcivescovo di Spalatro, autore della teoria geometrica del canocchiale e dell’iride, dimenticato da noi, rivendicalo ai tardi onori della fama e della storia da uno straniero, dal massimo Isacco Newton.

Di lui come vescovo, e della sua vita avventurosissima, si hanno notizie importanti sparse qua e là in opere autorevoli, particolarmente nell'Illiria Sacra del Farlati2; ma si può sempre affermare che una [p. v modifica]biografia compiuta di questo filosofo dalmatino, amico di Gregorio XV e di Fra Paolo Sarpi, vissuto nel secolo di Cardano e di Galileo, della magia e della nascente filosofia sperimentale, del Cavalier Marino e delle scienze esatte, della reazione cattolica e della progrediente Riforma; sbattuto dall’una all’altra fra onori di papi e di principi, e subite e implacabili persecuzioni; uno studio particolareggiato di questa interessante figura italiana di teologo e di scienziato del metodo moderno, il cui profilo è rimasto perduto nel terribile cozzo del vecchio col nuovo, qui atteggiato a martire del pensiero e zelatore ardito di libertà, altrove invece ad ambizioso volgare ed apostata.in mala fede; un lavoro insomma che facesse rivivere dinanzi a noi in un esame critico, scrupoloso e inspirato, la fisionomia di quest’uomo singolare, ponendola sotto la sua vera luce — non è ancora stato fatto in Italia, nè fuori.

Nè io certamente intendo di mettere innanzi a’ miei lettori una tela così larga e complessa, tanto più che l’indole de’ miei studi, alieni da ogni questione dogmatica e teologica, non me lo concede che in quella sola parte avente un carattere esclusivamente scientifico.

Procurerò tuttavia di tessere rapidamente la vita di Marc’Antonio De Dominis colla maggior copia di latti ed esattezza possibile, esponendo talvolta cose nuove e mal conosciute, rischiarando parecchi punti o dubbi od oscuri, astenendomi sopratutto da qualsiasi apprezzamento di ordine metafisico, e lasciando infine liberi i miei lettori di giudicare a loro senno (sempre però coi criteri dei tempi) fra lui e il tribunale dell’inquisizione che lo processò e condannò.

  1. Debbo ad ogni modo qui ricordare il nome di un curioso e simpatico vecchio, il veterano Ciro Ciri che mi fu guida nell’interno di Castel Sant’Angelo, suo’studio e dimora da molti anni.
  2. Illirici Sacri, t. III, Ecclesia Spalatensis, D. Farlato, presbytero Societatis Jesu — Venetis, Coleti, 1766, pagg. 481-500. Molti brani di lettere e notizie riguardanti M. A. De Dominis e l’amico suo Paolo Sarpi (dal 1607 al 1617) sono riportale dal cav. Cicogna nel t. 5, pag. 608 delle Iscrizioni Veneziane. Altre fonti importanti per più estesi studi, oltre quelle che nominerò in appresso, sono le seguenti:
    Journal des Savants; 1677, 1701, 1702, 1719, 1720.
    Montucla, Histoire des Matématiques, T. 1, p. 701, 2, 3, 5.
    Id. id., II, p. 230 e 263. — Paris, a. VII, X.
    Monterrier, Dizionario delle scienze matematiche, T. S. — Firenze, 1838-49.
    Backer, Biliothèque des écrivains de la Compagnie de Jesus. — Liège, 1853-61. — Ser. V, p. 177.
    Riccardi, Biblioteca matematica italiana. — Modena, 1870-80, coll. 417, 488.
    Begerlink, Profectionis M. A. De Dominis consilium examinatum. — Antwerpioe, 1677, in-8.°
    L’Iride, opera di fisica matematica, ecc. — Bologna, 1678, in-4.°
         Mi fo premura, a questo riguardo, di ringraziare pubblicamente il cav. Berlolotti per alcune pregevoli notizie da lui comunicatemi sul De Dominis, notizie, che io ho potuto riscontrare sui documenti durante il mio ultimo soggiorno in Roma.
         Debbo ringraziare parimenti il sig. Vincenzo Armando, della Biblioteca del Duca di Genova in Torino, perchè con molta sollecitudine ed estese cognizioni bibliografiche, mi è stato di aiuto non lieve in queste ricerche.