Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/364: differenze tra le versioni
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{{sc|Arlecchino}}. Basta. Avro, e me la sbigno<ref>''È una parola in gergo, che vuol dir fuggo via.'' {{Smaller|''[nota originale]''}}</ref>. {{Ids|(mette le chiavi nell’uscio)}} |
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{{sc|Florindo}}. Lascia a me queste chiavi. {{Ids|(le prende)}} |
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{{sc|Rosaura}}. Vi ho promesso, che escite non sarebbero dalle mie mani. |
{{sc|Rosaura}}. Vi ho promesso, che escite non sarebbero dalle mie mani. |
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{{sc|Florindo}}. Promesse accorte, con animo d’ingannare. Ma chi non sa che sia fede, non merita che a lui si serbi. |
{{sc|Florindo}}. Promesse accorte, con animo d’ingannare. Ma chi non sa che sia fede, non merita che a lui si serbi. Giacchè voi mi avete insegnato ad operare a capriccio, mi valerò de vostri barbari documenti; ed ora sugli occhi vostri anderò in quel luogo medesimo, dove non volevate ch’io andassi. |
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{{sc|Rosaura}}. Ah no, caro Florindo ... |
{{sc|Rosaura}}. Ah no, caro Florindo ... |