Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/178: differenze tra le versioni

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che a me si aspetta; e l’otterrò: sorella
che a me si aspetta; e l’otterrò: sorella
non può a sposa negarla. — Unico nostro
non può a sposa negarla. — Unico nostro
figlio, ecco il don, ch’io ti riporto in Argo;
figlio, ecco il don, ch’io ti riporto in Argo;
ecco il retaggio tuo; l’urna del padre! —
ecco il retaggio tuo; l’urna del padre! —
Ma dove, incauta, il mio dolor mi mena?
Ma dove, incauta, il mio dolor mi mena?
Argiva son, sto in Tebe, e noi rimembro? —
Argiva son, sto in Tebe, e nol rimembro? —
L’ora aspettar, che Antigon’esca... E come
L’ora aspettar, che Antigon’esca... E come
ravviserolla?... E s’io son vista?... Oh cielo!...
ravviserolla?... E s’io son vista?... Oh cielo!...
Or comincio a tremar;... qui sola... Oh!... parmi,
Or comincio a tremar;... qui sola... Oh!... parmi,
che alcun si appressi: Oimè!... che dir? qual arte?
che alcun si appressi: Oimè!... che dir? qual arte?
...Mi asconderò.
... Mi asconderò.
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{{ct|c=scena|SCENA SECONDA}}

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— Queta è la reggia; oscura
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+9 — Queta è la reggia; oscura
la notte: or via; si vada... E che? vacilla
la notte: or via; si vada... E che? vacilla
il core? il piè, mal ferme Torme imprime?
il core? il piè, mal ferme l’orme imprime?
Tremo? perché? donde il terrore? imprendo
Tremo? perché? donde il terrore? imprendo
forse un delitto?... o morir forse io temo? —
forse un delitto?... o morir forse io temo? —
Ah ! temo io sol di non compier la impresa.
Ah! temo io sol di non compier la impresa.
O Polinice, o fratei mio, finora
O Polinice, o fratel mio, finora
pianto invano...—Passò stagion del pianto;
pianto invano... — Passò stagion del pianto;
tempo è d’oprar: me del mio sesso io sento
tempo è d’oprar: me del mio sesso io sento
fatta maggiore: ad onta oggi del crudo
fatta maggiore: ad onta oggi del crudo
Creonte, avrai da me il vietato rogo;
Creonte, avrai da me il vietato rogo;
Tesequie estreme, o la mia vita, avrai. —
l’esequie estreme, o la mia vita, avrai. —
Notte, o tu, che regnar dovresti eterna
Notte, o tu, che regnar dovresti eterna
in questa terra d’ogni luce indegna,
in questa terra d’ogni luce indegna,
del tuo più denso orrido vel ti ammanta,
del tuo piú denso orrido vel ti ammanta,
per favorir l’alto disegno mio.
per favorir l’alto disegno mio.
De’ satelliti regj al vigil guardo
De’ satelliti regj al vigil guardo
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espressamente non giuraste, in Tebe
espressamente non giuraste, in Tebe
nulla opra mai pietosa a fin doversi
nulla opra mai pietosa a fin doversi
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