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fuoco; ogni nostra sofferenza non può stare al paragone delle sofferenze di chi è ferito o malato; ogni nostro dolore è un pallido riflesso dei dolori dei nostri gloriosi mutilati!
Nell’appello finale, che facciamo alla solidarietà nazionale ed alla resistenza interna, nel nome di tutti i nostri invalidi, non vi è soltanto il gemito della loro sventura, non vi è soltanto il loro grido di rivendicazione contro i barbari, che calpestano il suolo della Patria...; vi è la gran voce dell’Italia, tutrice di tutti i suoi figli, che non oblierà i sublimi sacrifìzii di coloro, che le diedero e le daranno la forza di compiere, dopo l’unità geografica, l’unità politica e morale degli Italiani!
Nocera Inferiore, novembre 1917.