Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/75: differenze tra le versioni

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non di ventura, io sono. Ah! s’è pur vero,
non di ventura, io sono. Ah! s’è pur vero,
che il duol diviso scemi, avrai compagno
che il duol diviso scemi, avrai compagno
inseparabil me d’ogni tuo pianto.
inseparabil me d’ogni tuo pianto.
;Carlo:Duol, che a morir mi mena, in cor rinserro;
Carlo+ Duol, che a morir mi mena, in cor rinserro;
alto dolor, che pur mi è caro. Ahi lasso!...
alto dolor, che pur mi è caro. Ahi lasso!...
Che non tei posso io dire?... Ah! no, non cerco,
Che non tel posso io dire?... Ah! no, non cerco,
né v’ha di te piú generoso amico:
né v’ha di te piú generoso amico:
e darti pur di amistà vera un pegno,
e darti pur di amistá vera un pegno,
coll’aprirti il mio core, oh ciel! noi posso.
coll’aprirti il mio core, oh ciel! nol posso.
Or va; di tanta, e si mal posta fede,
Or va; di tanta, e mal posta fede,
che ne trarresti? Io non la merto: ancora
che ne trarresti? Io non la merto: ancora
tei ridico, mi lascia. Atroce fallo
tel ridico, mi lascia. Atroce fallo
non sai, ch’è il serbar fede ad uom, cui serba
non sai, ch’è il serbar fede ad uom, cui serba
odio il suo re?
odio il suo re?
Perez Ma, tu non sai, qual sia
Perez+6 Ma, tu non sai, qual sia
gloria, a dispetto d’ogni re, il serbarla.
gloria, a dispetto d’ogni re, il serbarla.
Ben mi trafiggi, ma non cangi il core,
Ben mi trafiggi, ma non cangi il core,
col dubitar di me. Tu dentro al petto
col dubitar di me. Tu dentro al petto
mortai dolor, che non puoi dirmi, ascondi?
mortal dolor, che non puoi dirmi, ascondi?
Saper noi vo’. Ma s’io ti chieggio, e bramo,
Saper nol vo’. Ma s’io ti chieggio, e bramo,
che a morir teco il tuo dolor mi tragga,
che a morir teco il tuo dolor mi tragga,
duramente negarmelo potresti?
duramente negarmelo potresti?
;Carlo:Tu il vuoi, tu dunque? ecco mia destra; infausto
Carlo+ Tu il vuoi, tu dunque? ecco mia destra; infausto
pegno a te dono di amistade infausta.
pegno a te dono di amistade infausta.
Te compiango; ma ornai del mio destino
Te compiango; ma omai del mio destino
piú non mi dolgo: e non del ciel, che largo
piú non mi dolgo: e non del ciel, che largo
m’è di si raro amico. Oh quanto io sono,
m’è di raro amico. Oh quanto io sono,
quanto infelice io men di te, Filippo!
quanto infelice io men di te, Filippo!
Tu, di pietà piú che d’invidia degno,
Tu, di pietá piú che d’invidia degno,
tra pompe vane e adulazion mendace,
tra pompe vane e adulazion mendace,
santa amistà non conoscesti mai.
santa amistà non conoscesti mai.
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