Pagina:Garbasso - La teoria di Maxwell dell'elettricità e della luce, Torino 1893.djvu/21: differenze tra le versioni
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Dal riconoscere questo fatto all’ammettere che ''la luce è un fenomeno elettromagnetico'' non v’è che un passo, ma per avere il diritto di farlo bisogna prima dare delle ipotesi e delle conseguenze principali della teoria una verifica sperimentale: è ciò che è stato fatto in questi ultimi tempi, per opera specialmente di {{AutoreCitato|Heinrich Rudolf Hertz|Enrico Hertz}}. |
Dal riconoscere questo fatto all’ammettere che ''la luce è un fenomeno elettromagnetico'' non v’è che un passo, ma per avere il diritto di farlo bisogna prima dare delle ipotesi e delle conseguenze principali della teoria una verifica sperimentale: è ciò che è stato fatto in questi ultimi tempi, per opera specialmente di {{AutoreCitato|Heinrich Rudolf Hertz|Enrico Hertz}}. |
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La più importante ipotesi della teoria è quella che consiste nell’ammettere l’esistenza delle correnti di polarizzazione dielettrica e nel supporre la |
La più importante ipotesi della teoria è quella che consiste nell’ammettere l’esistenza delle correnti di polarizzazione dielettrica e nel supporre la loro azione elettrodinamica uguale a quella delle correnti che si producono per conduzione nei conduttori: Hertz ha provato che l’una e l’altra cosa è vera. |
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La teoria conduce a conchiudere che «masse d’elettricità in moto esercitano forze magnetiche |
La teoria conduce a conchiudere che «masse d’elettricità in moto esercitano forze {{Ec|magnetiche«|magnetiche»}} e {{AutoreCitato|Henry Augustus Rowland|Rowland}} ha mostrato che un disco elettrizzato in rapido movimento ha un’azione sull’ago magnetico. |
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{{AutoreCitato|William Thomson|William Thomson}} aveva indicato fino dal 1853 la possibilità di ottenere in conduttori di forma conveniente delle correnti sinussoidali: ma una corrente sinussoidale deve dare origine in ogni punto dello spazio ad una forza magnetica e quindi ad una forza elettrica pure sinussoidale: reciprocamente l’esistenza in un punto dello spazio d’una forza elettrica periodica produrrà in ogni circuito in presenza una corrente periodica. |
{{AutoreCitato|William Thomson|William Thomson}} aveva indicato fino dal 1853 la possibilità di ottenere in conduttori di forma conveniente delle correnti sinussoidali: ma una corrente sinussoidale deve dare origine in ogni punto dello spazio ad una forza magnetica e quindi ad una forza elettrica pure sinussoidale: reciprocamente l’esistenza in un punto dello spazio d’una forza elettrica periodica produrrà in ogni circuito in presenza una corrente periodica. |
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L’azione del primo circuito sul secondo, giusta le idee di Maxwell, non sarà istantanea, ma si propagherà «come un raggio di luce». |
L’azione del primo circuito sul secondo, giusta le idee di Maxwell, non sarà istantanea, ma si propagherà «come un raggio di luce». |
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Hertz ha provato che è veramente così; egli ha ottenuto dei ''raggi di forza elettrica'' polarizzati in un |
Hertz ha provato che è veramente così; egli ha ottenuto dei ''raggi di forza elettrica'' polarizzati in un piano; capaci di riflettersi e rifrangersi appunto come i raggi delle vibrazioni luminose, egli ha trovato che la riflessione segue secondo la legge d’Euclide, la rifrazione secondo la legge di Des Cartes; ha misurato l’indice di rifrazione con un prisma d’asfalto: era prossimamente quello che la teoria richiedeva. |
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Hertz poteva conchiudere a buon diritto che egli aveva sperimentato sopra un raggio di luce di grande lunghezza d’onda (<math>66 \mathrm{cm}.</math>) |
Hertz poteva conchiudere a buon diritto che egli aveva sperimentato sopra un raggio di luce di grande lunghezza d’onda (<math>66 \mathrm{cm}.</math>). |
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Blondlot ripetendo le esperienze d’Hertz ha dimostrato che la_velocità delle onde elettromagnetiche nell’aria è quella della luce», come vuole la teoria<ref name="p21">{{sc|Blondlot}} ha misurato veramente la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche trasmesse da un filo conduttore, ma fu dimostrato da {{Sc|Sarasin}} e {{sc|de la Rive}} che quella velocità è la stessa che la velocità delle onde nell’aria.</ref> |
{{Wl|Q1377436|Blondlot}} ripetendo le esperienze d’Hertz ha dimostrato che la_velocità delle onde elettromagnetiche nell’aria è quella della luce», come vuole la teoria<ref name="p21">{{sc|Blondlot}} ha misurato veramente la velocità di propagazione delle onde elettromagnetiche trasmesse da un filo conduttore, ma fu dimostrato da {{Sc|Sarasin}} e {{sc|de la Rive}} che quella velocità è la stessa che la velocità delle onde nell’aria.</ref>. |