Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/335: differenze tra le versioni

Barbaking (discussione | contributi)
 
(Nessuna differenza)

Versione attuale delle 09:41, 30 apr 2020


parte seconda. 271


Capitolo LXX.

Un’ultima parola sul caro e santo mio Re.


E qui finirebbe il conto s’io non volessi anche aggiungere qualche cosa in onore del mio buon Re San Luigi. Sappiate dunque che, sendo io nella mia Cappella a Gionville, egli mi fu avviso ad un cotal dì, nel quale era tutto insonnolito, ch’e’ mi venisse davanti molto gioioso, e ch’io parimente fossi assai lieto di vederlo nel mio castello, e che poi gli dicessi: Sire, quando voi vi partirete di qui, io vi menerò alloggiare in un altro mio maniere che io ho a Cheviglione: ed anche m’era tuttavia avviso ch’egli mi rispondesse in ridendo: Sire di Gionville, per la fe’ che vi deggio, già non mi partirò io sì tosto di qui, poi che vi sono a mio agio. Quando io mi svegliai pensai allora in me, che certo era il piacere di Dio e di Lui ch’io lo albergassi nella mia Cappella; perchè senza più vi ho fatto fare un altare altresì in onore di Dio e di Lui, e vi ho stabilito, e bene fondato una Messa perpetua per ciascun giorno dell’anno. E queste cose ho io rammentate a Monsignor Luigi suo figliuolo1 affinchè, facendo il grado di Dio, io possa avere qualche parte delle reliquie del vero Corpo di Monsignore che fu mio buon Re, per tenerla nella mia Cappella a Gionville, sicchè quelli che vi vedranno il suo altare possano

  1. Se qui è parola di Luigi Utino (che tanto può valere Pervicace, quanto Altero) questa voce figliuolo dovrà intendersi usata per discendente; giacchè esso era invece pronipote di San Luigi, e fu detto Re di Navarra nel 1307, e Re di Francia dopo la morte del padre suo Filippo il Bello, avvenuta l'anno 1314.