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{{Ct|f=120%|v=1|L=0px|PATRIZIO GENOVESE<ref>Questa lettera di dedica uscì la prima volta l’anno 1753 (falsam. ’54) nel t. VIII dell’ed. Paperìni di Firenze.</ref>.}}
{{Ct|f=120%|v=1|L=0px|PATRIZIO GENOVESE<ref>Questa lettera di dedica uscì la prima volta l’anno 1753 (falsam. ’54) nel t. VIII dell’ed. Paperìni di Firenze.</ref>.}}


{{Capolettera|V}}''IVEVA ancora per gloria della Patria sua, e consolazione di quelli che oenioano da lui protetti, l’Eccellentissimo Signor ''{{Sc|Girolamo Durazzo}}'', Suocero dell’E. V., allora quando ebbi l’alto onor di conoscerla, e di dedicarle l’umilissima servitù mia. Passò a miglior vita quell’adorabile Cavaliere, e siccome la cosa più cara ch’egli avesse fra i suoi tesori al mondo era l’E. V., lasciò in lei un’immagine di se stesso, e in lei le speranze si radicarono di coloro che sotto il di lui patrocinio vivevano. I benefizi che ho da lui ricevuti, mi hanno fatto piangere la di lui morte, e son certo che pianto lo averanno moltissimi, poichè la pietà ch’egli usava verso di tutti, lo rendeva caro ad ogni ordine, necessario alla Patria, e consolatore degl’infelici.''
{{Capolettera|V}}''IVEVA ancora per gloria della Patria sua, e consolazione di quelli che venivano da lui protetti, l’Eccellentissimo Signor ''{{Sc|Girolamo Durazzo}}'', Suocero dell’E. V., allora quando ebbi l’alto onor di conoscerla, e di dedicarle l’umilissima servitù mia. Passò a miglior vita quell’adorabile Cavaliere, e siccome la cosa più cara ch’egli avesse fra i suoi tesori al mondo era l’E. V., lasciò in lei un’immagine di se stesso, e in lei le speranze si radicarono di coloro che sotto il di lui patrocinio vivevano. I benefizi che ho da lui ricevuti, mi hanno fatto piangere la di lui morte, e son certo che pianto lo averanno moltissimi, poichè la pietà ch’egli usava verso di tutti, lo rendeva caro ad ogni ordine, necessario alla Patria, e consolatore degl’infelici.''


''Permesso a me non fu, fin ch’ei visse, di dargli un pubblico testimonio del grato animo mio, poichè superato non aveva ancora il rossore di esporre i parti miei alla luce, ma nell’annoverare ch’io faccio il nome grande di V. E. fra quelli de’ respettabili Protettori miei, spero che la bell’anima collocata in alto glorioso seggio se ne compiaccia, e l’umile ossequio mio in verso l’E. V. gradisca. Faccia egli così che il di lei cuore magnanimo benignamente lo accetti, e della miserabile offerta non isdegnandosi, la protezione sua mi continui. E come temere io posso che ciò a''
''Permesso a me non fu, fin ch’ei visse, di dargli un pubblico testimonio del grato animo mio, poichè superato non aveva ancora il rossore di esporre i parti miei alla luce, ma nell’annoverare ch’io faccio il nome grande di V. E. fra quelli de’ respettabili Protettori miei, spero che la bell’anima collocata in alto glorioso seggio se ne compiaccia, e l’umile ossequio mio in verso l’E. V. gradisca. Faccia egli così che il di lei cuore magnanimo benignamente lo accetti, e della miserabile offerta non isdegnandosi, la protezione sua mi continui. E come temere io posso che ciò a''

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